sabato 28 maggio 2011

Cremino al cioccolato/ Il ragazzo con la bicicletta


Oggi ho visto un film veramente bello, un capolavoro di fotografia, sceneggiatura, sensibilità. Il ragazzo con la bicicletta dei fratelli Dardenne.  La storia si racconta in poche righe: un bambino, straniato e straniante, viene abbandonato dal padre in un orfanatrofio, il padre non lo vuole più tra i piedi e lui all'inizio non fa altro che cercarlo. In questa sua ricerca per caso un giorno si aggrappa a una giovane donna e sarà proprio lei con la sua dolcezza e durezza insieme a salvargli la vita. Tutta la breve vita di questo giovane ragazzo sarà punteggiata da ferite, dolori, sbucciature del cuore che uomini e ragazzi sapranno inferire su di lui.  Ma lei, con la sua grande capacità di ascoltare e capire, riuscirà a dare quell'amore e quella fiducia che nessuno, in particolar modo nessun uomo, averva saputo dargli. Detto così sembra una storia patetica, ma è quanto di più lontano ci possa essere con l'atmosfera secca e per questo più intensa del film. Si piange, si piange grazie a quello che è solo suggerito,  ma il finale è una corsa in bicicletta verso quest'unica persona in grado di amarlo per quello che è. Bellissima la scena di lei e lui in bicicletta in riva al fiume, quando il riso e il piacere di stare insieme finalmente appaiono sui loro visi. Ed è un bellissimo film sull'infanzia e sulla nostra grande incapacità di capirla.


E ora qualcosa di dolce e amaro insieme, un cremino al cioccolato tenero e cremoso, una vera goduria da dopo film .

Canestrini con ciliegie e cremina d'acqua al limone


Sono arrivate le ciliegie! C'è altro da dire??

Corona

Sgusciamo il tempo dalle noci e gli insegniamo a camminare:

il tempo ritorna nel guscio.

Nello specchio è domenica,
nel sogno si dorme,
la bocca fa profezia.

Il mio occhio scende sul sesso dell’amata:
ci guardiamo,
ci diciamo cose oscure,
ci amiamo l'un l'altra come papavero e memoria,

dormiamo come vino nelle conchiglie,
come il mare nel raggio di sangue della luna.

Stiamo abbracciati alla finestra, ci guardano dalla strada:
è tempo che si sappia!
E’ tempo che la pietra si decida a fiorire,
che l'inquietudine abbia un cuore che batte.
E’ tempo che sia tempo.

E’ tempo.

Paul Celan

martedì 24 maggio 2011

Crema di baccalà con pepe rosso/ Fukushima


Sono tornata con tante immagini e tante cose da raccontarvi e da farvi scoprire. Per ora però, avendo pochissimo tempo per questo mio primo post dopo la vacanza a NYC, vi metto una vecchia ricetta che trovate già in questo blog un po' rivisitata.
Il baccalà e la sua meravigliosa crema, che trovate da Venezia in su, sono per me la coccola migliore di ritorno a casa.
Vi aggiungo però un consiglio di lettura che ho trovato nell'ultimo numero della rivista "Lo Sraniero" diretta e curata da Goffredo Fofi. L'articolo è una lettera accorata dello scrittore svizzero, militante antinucleare, Daniel de Roulet, a una amica giapponese sulla tragedia che ha toccato tutti noi delle centrali atomiche di Fukushima. Perchè si avvicina sempre più il referendum ed è importante ricordare che la terra e l'acqua sono dei beni preziosi e sta a tutti noi difenderli.

venerdì 20 maggio 2011

Crema di avocado di Gianmario


La ricetta della gustosa crema di avocado di Gianmario, così come me l'ha mandata lui!
Cinque minuti dopo averla ricevuta la stavo già preparando. Io ho utilizzato un po' meno cipolla per sentire di più il sapore dell'avocado e l'ho abbinata a del pane azzimo, ma è perfetta con dei crostini al sesamo -dice lui.
Ad ogni modo: slurp!
 

venerdì 13 maggio 2011

Bucatini con bottarga di tonno, pomodorini e uvetta passolina


Oggi vi propongo una pasta piuttosto estiva che sa di isole.
Negli ultimi due giorni i trenta gradi di temperatura hanno contribuito a sciogliere il cervello in una crema di indolenza, lentezza e torpore. La bottarga di tonno, salata com'è, potrebbe essere utile a tirarci su.

E oggi non una poesia ma un consiglio di lettura: Pentesilea di Heinrich Von Kleist, un'opera teatrale in perfetto stile romantico tedesco in cui vengono rappresentate attraverso le figure di Achille e Pentesilea regina delle Amazzoni le passioni umane più estreme. E tutto avviene alle porte di Troia, prima di quella famosa guerra che conosciamo, che in questo libro sembra perdere importanza davanti a ciò che può succedere nell' animo umano.


"PENTESILEA: Ma tutto ciò che non può sopportare, l'uomo se lo toglie di dosso insofferente; tollera il peso soltanto di dolori moderati. (...)"


lunedì 9 maggio 2011

Dessert di pesche sciroppate e yogurt alle mandorle


Un dolce fresco, per chiudere i pranzi o le cene di una stagione che inizia a scaldarsi.
Per prepararne due coppe, prendete un etto e mezzo di yogurt greco a cui mescolerete una manciata di mandorle tritate nel mortaio. Mettete due o tre cucchiaiate di yogurt nel fondo delle coppe, poi delle pesche sciroppate e infine di nuovo lo yogurt. Pestate nel mortaio anche del cioccolato fondente e spolverate le scaglie sul dessert. Infine aggiungete un filo di miele liquido.

Una poesia di Gabriella Sicari, poetessa che ho scoperto da poco.

Nella bottiglieria

Mentre parlavi
disegnavo sulla carta
alberi all'orizzonte dell'acqua.
Mi dicesti: che fai?
ora vuoi sconfinare.
L'altro di fronte, con ghigno di estraneo, guardava.
L'oste ci portò un vin santo della malora,
fuori i tarli bacavano la via.
Le bottiglie e le voci sparirono,
col fragore di un tuono i puttini all'aere
erano alle corde.
Chissà se ti incontrerò
caro amore di seta.

Gabriella Sicari

venerdì 6 maggio 2011

Scacciata catanese


La prima volta che ho visto Catania avevo tredici o quattordici anni e mi ricordo che in qualche modo già all'epoca si impresse nella mia mente. In seguito ci sono tornata, più di una volta e me ne sono rimaste immagini varie, sprazzi di momenti vissuti, luci, il nero della pietra vulcanica con cui sono costruiti i palazzi e naturalmente i sapori. In particolare ricordo il sapore della limonata con il sale, della gggranita (come dicono loro) alla mandorla nella brioscia mangiata a colazione nelle mattine d'estate in compagnia del fratellino minore di una mia amica di lì, il sapore della ricotta salata e quello delle tante leccornie che si trovano nei forni. Perché un forno catanese non è un forno, è una cattedrale consacrata alle papille gustative, un luogo di perdizione, il paese dei balocchi. Pizze, pizzette, cipolline, arancini e, appunto, le scacciate, ossia delle pizze ripiene come quella che vedete nella foto.
Per me è irresistibile, la mangerei sempre. Mi sono fatta insegnare come si fa!
Ha ragione Lea quando dice che ho una fissazione per la Sicilia.
Quella che vedete è preparata con l'aggiunta di broccoli, ma la classica prevede solo formaggio, olive nere, cipollotto e filetti d'acciuga.
Vi lascio anche la poesia di un poeta non catanese, ma almeno siciliano.

Si parte sempre da Greenwich
dallo zero segnato in ogni carta e in questo
grigio sereno colore d’Inghilterra.
Armi e bagagli, belle
speranze a prua,
sprezzando le tavole dei numeri
i calcoli che scattano scorrevoli
come toppe addolcite
da un olio armonioso, in un’esatta
prigione.
Troppe prede s’aggirano tra i fuochi
delle Isole, e navi al largo,
piene, panciute, buone
per essere abbordate dalla ciurma
sciamata ai Tropici
votata alla cattura
di sogni difficili, feroci.
Ed alghe, spume,
il fondo azzurro in cui
pesca il gabbiano del ritorno
posati accanto al grigio
disteso colore
degli occhi, del cuore, della mente,
guano australe ai semi
superstiti del mondo.

Bartolo Cattafi

lunedì 2 maggio 2011

Tortine alla ricotta e cioccolato con scagliette di scorza Majani (senza olio né burro!)


Ascoltando musica in un pomeriggio di maggio agli esordi. Mentre Lea se ne sta a New York e non dà notizie, io continuo a offrire ricette e poesie. Questa volta un dolcetto per la colazione, visto che mancavano da un po' i dolci e una poesia di Claudio Recalcati, che la scorsa settimana leggeva all'appuntamento con la poesia del programma Fahrenheit su RadioTre.
E voglio esagerare: dopo la poesia vi lascio anche una canzone!


È questo dolore, pressione
costante, al torace, sulle anche è
questo il male che porta al bene
la gioia irriverente dello stare al mondo e
sentirsi assente, estraneo, amorale.

È questa carenza di sonno dice
devi nutrirti e mi tende la mano ma
non passa la gola neppure parola
figurati l’osso, l’oliva, il grano.

Solo l’insetto inghiotto stupito
nella mia bocca ad O.

Ti invito ad un atto concreto,
più umano, violento.

Claudio Recalcati

http://www.youtube.com/watch?v=mjjy7YxBHxU&feature=related 
Perfetta per questo pomeriggio di sole un po' velato e odore di acacie in fiore (almeno dalle parti di casa mia).