lunedì 28 febbraio 2011

Musli fatto in casa per una sana colazione



Oggi dopo una lunga assenza, dovuta al lavoro che mi ha assorbita completamente, ritorno a raccontarvi di libri, cucina sana e salutare e fumetti. Fumetti perchè a giorni inizia un festival molto interessante che, se siete di Bologna e non solo,  dovete assolutamente vedere: BILBOLBUL. La ricetta di oggi è semplice e molto salutare, anche perchè organizzare un festival significa stare ore e ore davanti a un computer e rientrare solo alla sera molto tardi senza aver fatto in tutto il giorno un pasto regolare. Non mi resta che prepararmi  delle sostanziose colazioni che possano nutrirmi in modo sano e naturale almeno una volta al giorno. Qui sotto vi metto l'ultima ricetta che ho provato, ma per fare bene il musli  potete mettere tutto quello che avete in casa, dai fiocchi di avena, orzo, segale a riso, orzo al farro soffiato, dalle mandorle e nocciole alla frutta candita o passa di tutti i tipi fino ad arrivare a tutti i semini che vi trovate in casa.

venerdì 25 febbraio 2011

Faraona all'arancia e miele piccante



Sassate

Ho provato a parlare.
Forse, ignoro la lingua.
Tutte frasi sbagliate.
Le risposte: sassate.

Giorgio Caproni

Una poesia di Caproni, una faraona all'arancia (con una foto purtroppo non bellissima perché ho dovuto scattarla di sera e non c'era la luce adatta) e un saluto prima di partire per Torino, da cui spero di portare anche qualche suggestione culinaria.

lunedì 21 febbraio 2011

Paste da latte



 Questi sono i classici biscotti delle case delle nonne. Sono biscotti essenziali e facili da preparare, perfetti per il latte ma anche per il tè, perché si inzuppano ma non "crollano" nella tazza.
La luce che vedete nella foto è esattamente quella di un mattino bolognese di cielo nuvoloso.

Sto leggendo una bellissima raccolta di racconti di Julio Cortazar, Bestiario e allora vi posto una sua poesia.

Se devo vivere

Se devo vivere senza di te, che sia duro e cruento,
la minestra fredda, le scarpe rotte, o che a metà dell'opulenza
si alzi il secco ramo della tosse, che latra
il tuo nome deformato, le vocali di spuma, e nelle dita
mi si incollino le lenzuola, e niente mi dia pace.
Non imparerò per questo a meglio amarti,
però sloggiato dalla felicità
saprò quanta me ne davi a volte soltanto standomi nei pressi.
Questo voglio capirlo, ma mi inganno:
sarà necessaria la brina dell'architrave
perché colui che si ripari sotto il portale comprenda
la luce della sala da pranzo, le tovaglie di latte, e l'aroma
del pane che passa la sua mano bruna per la fessura.
Tanto lontano ormai da te
come un occhio dall'altro,
da questa avversità che assumo nascerà adesso
lo sguardo che alla fine ti meriti.

Julio Cortazar

venerdì 18 febbraio 2011

Caserecce con melanzane e pesce spada


E' il momento di una bella pasta alla maniera siciliana.Ho scattato la foto in una trattoria che si chiama "Ferro di cavallo" nel centro di Palermo, a pochi passi dal mercato della Vuccirìa. Ad inizio febbraio già si mangiava all'aperto e senza quei funghi termici che ti friggono il cervello!
Sono stata a Palermo circa tre settimane fa e ancora non riesco a togliermela dalla testa...


Una poesia.


AMICI CARI amici sempre a cena.
Non parliamo di noi, c’è il gran conforto
del più e del meno
del parlar d’altro e l’altro non ha fine.
A mezzanotte poi si scende in strada,
abbracci e baci e a presto.
La propria via, il portone, il terzo piano,
poi in bagno, e nel letto.
Oh, finalmente.
Insieme dalle otto a mezzanotte.
Insieme? Non è vero.
Io non so cosa provo,
io mi dispero.

Anna Maria Carpi

martedì 15 febbraio 2011

Mandorle dolci e salate-Case per la poesia 2


Domenica 13 febbraio, subito dopo l'entusiasmante manifestazione "Se non ora, quando?" che ha visto il centro di Bologna riempirsi di migliaia di persone, donne, uomini, adulti, bambini, anziani e che ci ha concesso una boccata d'ossigeno nel nero italiano di questi mesi, si è tenuto il secondo incontro del progetto Case per la poesia e anche stavolta Pampelmuse c'era! Nei pacchettini che vedete qui sopra si nascondono mandorle tostate salate e mandorle dolci allo zucchero, i cosiddetti Sassi d'Abruzzo.
Il pomeriggio è stato molto piacevole, calmo e intenso allo stesso tempo.
Hanno letto i poeti Patrizia Dughero, Mariagiorgia Ulbar e Sergio Rotino e qui di seguito vi posto tre delle poesie lette.

                                                                                                   nell’apparato scheletrico
                                                                                                                           da lì sgorga il sangue


Muti come conigli


Sono nell’aia della macelleria di nonna.
E’ settembre, mamma ha il pancione,
deve partorire prima di Natale.
Non so se farà un fratellino
o una sorellina e non so cosa preferire.
Sicuramente andrebbe bene una come la sorella
della Silvana. Ha quasi tre anni,
ed è anche meglio della Silvana
per giocarci.
Arriva Guido, un omone che aiuta nonna. E’ burbero
ma non mi ha mai fatto paura.
Si avvicina alla gabbia dei conigli.
Loro stanno lì silenziosi,
muovendo continuamente la bocca.
Anch’io inizio a muovere la bocca
come loro e annuso l’aria.
Sembra che Guido non mi veda
mentre me ne sto lì a muovere la bocca
e annusare l’aria come un coniglio.
Ne prende uno dalla gabbia e si avvicina
lo tiene per le orecchie e allora
sembra mi guardi. Che tutti e due mi guardino.
Non faccio in tempo a salutarlo
lui prende un coltellaccio dal bancone
sotto il portico.
Smetto di muovere la bocca  e annusare l’aria.
Anche il coniglio ha smesso di muovere la bocca
crede che stando così fermo, come se fosse già morto,
non può succedergli niente.
Imparo da lui.
L’omone gli passa il coltello attraverso tutta la gola.
Spruzzi di sangue. Fa in tempo a raccoglierlo
nella bacinella che è sul tavolaccio.
Ora ho capito a che serve. Un lampo sul corpo morbido
ancora peloso.
Lacrime dolci come il sangue.
Lo sento ancora squittire. Lo sentirò per molto.
Guido mi chiede se ho avuto paura.
Rispondo in silenzio scotendo la testa.
Il sangue ha sapore dolce disgustoso e un odore che punge.
Ora sono sicura, vorrei una sorellina.

Patrizia Dughero

**

Ho visto le balene una notte
arenate nei pressi di uno stagno.
Tu dormivi teso nel respiro
ed io vegliavo, tesa anch'io ma senza sonno.
Dormivano loro per sempre o
quasi per sempre
una almeno, mezzo respiro e un soffio più sottile.
E tra noi e loro solo il buio
e l'acqua immobile
e secoli di sconoscenza
di vita animale perduta
di vivere per cibo e per stanchezza
e vastità che non sappiamo immaginare.
Siamo tra la camera e lo stagno
 e come ci arrivammo non si sa;
nessuna differenza, nessuna, amore,
due morti e due vivi per poco soltanto.

Mariagiorgia Ulbar

**

luglio, 03.00 am

il buio brancolìo di chi ha sete
e muove dai lenzuoli verso mete nebulose
unreported inbound troppo facile
non è cosa
le vibrazioni del frigo allora
transponder casalingo che mette in risonanza mobilio con bisogno
da lì per un sentiero fresco di piastrelle la memoria conduce al piano di
[lavoro
poi ecco il pensile scrigno dei tesori ecco l’acqua stagnante offerta
[dall’acquaio
la strana consistenza del bicchiere sotto i denti
mentre perfide affiorano le paure
metafore del non sapere quale sia il tracciato la vita l’universo
insomma tutto quanto è necessario perché si torni al giusto sonno dei
[viventi
svuotare la mente dentro qualcosa
illuminando quel niente approssimato alla speranza per difetto
questo pensiero al termine della notte avanza
costrutto più vero di ogni altro vero

Sergio Rotino


venerdì 11 febbraio 2011

Lenticchie verdi di puy in insalata con timo e tonno


Ho scoperto da poco queste fantastiche lenticchie verdi.  Si chiamano lenticchie di puy  e si producono nell'alta Loira. Io le ho trovate su un banchetto nel multietnico  mercato d' Aligre a Parigi (dove potrete assaggiare anche delle deliziose ostriche al Baron Rouge). Non credevo proprio che potessero essere più buone delle nostre lenticchie di Castelluccio e invece devo ricredermi: queste lenticchie sono veramente molto delicate, profumate e molto saporite. Vi consiglio di assaggiarle in insalata per gustarle al meglio.  Per me sono perfette  con un po' di timo fresco ma immagino siano molto buone anche con altre erbe aromatiche.


mercoledì 9 febbraio 2011

Tortine di mele fuji, mandorle e uvetta


A Bologna sembra quasi primavera: ce ne sono i colori, l'odore, l'umore. Speriamo che gli alberi non si facciano prendere dall'entusiasmo e inizino subito a fiorire, perché poi si sa, le primavere anticipate puniscono con colpi di freddo a distruggere i germogli e di conseguenza noi mangeremmo meno frutti e vedremmo meno fiori!
Utilitarismo stagionale? Eh no, vera preoccupazione la mia. Tempo al tempo. Ve lo dice un'impaziente.

Posto una poesia di Elizabeth Bishop, una poetessa statunitense bravissima. Anche lei sarebbe da leggere in lingua originale, ma questa mi è sembrata una buona traduzione.


L’arte di perdere non è una disciplina dura
tante cose sembrano volersi perdere
che la loro perdita non è una sciagura.

Perdi qualcosa ogni giorno. Accetta la tortura
delle chiavi di casa perse, delle ore spese male.
L’arte di perdere non è una disciplina dura.

Esercitati a perdere di più, senza paura:
luoghi, e nomi, e destinazioni di viaggio.
Nessuna di queste perdite sarà mai una sciagura.

Ho perso l’orologio di mia madre. Era
mia ed è svanita – ops! – l’ultima di tre case amate.
L’arte di perdere non è una disciplina dura.

Ho perso due vasti regni, due città amate,
due fiumi, un continente. Mi mancano,
ma non è mica un disastro averle perdute.

Nemmeno perdere te (la figura, la voce allegra
il gesto che amo) mi smentirà. È chiaro, ormai:
l’arte di perdere non è una disciplina dura,
benché possa sembrare (scrivilo!) una sciagura.

Elizabeth Bishop

domenica 6 febbraio 2011

Polpette di prosciutto di Parma e crema di zucca



Oggi solo le cose che adoro di più: polpette e zucca. La stagione della zucca se ne sta ormai andando e quindi bisogna cucinarla in tutti i modi possibili. Le polpette invece per fortuna possiamo farle sempre e con gli ingredienti più diversi, le mie preferite sono quelle di miglio ma anche queste non sono niente male. La ricetta riprende una ricetta di polpette di prosciutto di pata negra di Aliija, ma vi assicuro che un prosciutto di Parma stagionato e molto dolce non è da meno, diverso, sicuramente diverso, ma assolutamente molto buono. Oggi oltre alla ricetta vi volevo consigliare un bellissimo libro di una grande scrittrice, Tove Janson, che qualcuno forse conoscerà per avere letto da piccolo i Mumin, straordinari animaletti che vivono su un'isola e che hanno meravigliose avventure. Il libro che vi consiglio, Il libro dell'estate, racconta con grande sensibilità e leggerezza il rapporto di una nonna e di una bambina e di come proprio perchè una è una bambina e l'altra è una nonna riescono a capirsi alla perfezione. Tutto si svolge su un'isola nel tempo limitato di una estate. Sono tanti racconti in cui succede pochissimo eppure sono di una intensità unica.

martedì 1 febbraio 2011

Parrozzo


Questo è un dolce che solitamente in Abruzzo si prepara nel periodo di Natale ma secondo me è perfetto per tutto l'inverno. E' un dolce poco smorfioso, senza creme e cremine, piuttosto spartano, che riprende i dolci della tradizione contadina che si preparavano con la farina di mais (da questo il colore della mollica).
Vi avviso: non è una passeggiata, o meglio, si impasta facilmente ma la cottura è un po' delicata, soprattutto perché è un dolce quasi senza lievito che però deve venir fuori soffice soffice. E come si fa??
Ve lo spiego io, fidatevi.
Bisogna solo tener presente che la tipica forma a cupola è data dall'utilizzo di un tegame particolare che si acquista in Abruzzo ovunque e altrove nei negozi specializzati in attrezzi da cucina. Se proprio non riuscite a trovarlo, nessuno vi impedisce di fare lo stesso dolce in un altro tipo di teglia! Sarà un parrozzo alternativo, che male c'è? Non sono integralista, vi lascio fare...
Il tegame è questo:


Prima della ricetta vi lascio la mia solita poesia.

 I giorni della merla bianca

 O merla che eri pura e bianca
 senza paura dell'inverno,
di battere l'ala mai stanca
tra gli alberi aridi e in eterno.

Nell'aria fredda felice tu eri
con il tuo bel merlo serena,
 ma un giorno diventaste neri
di pensieri e terra di pena.

Gabriella Sica