sabato 29 ottobre 2011

Tartufetti di fondente, orzo soffiato, prugne e nocciole

 

Su richiesta di un mio collega latinista preciso, metodico (come tutti i latinisti!) che ha però il gran debole della cioccolata, ecco una ricetta di dolcetti molto semplici da preparare, dal gusto già un po' invernale.
E una poesia sul far della sera, sotto i monti abruzzesi.

Parole

Ti perderò come si perde un giorno
chiaro di festa: - io dicevo all'ombra
ch'eri nel vano della stanza - attesa,
la mia memoria ti cercò negli anni
floridi di un nome, una sembianza: pure,
dileguerai, e sarà sempre oblio
di noi nel mondo.
                              Tu guardavi il giorno
svanito nel crepuscolo, parlavo
della pace infinita che sui fiumi
stende la sera alla campagna.

Alfonso Gatto

sabato 22 ottobre 2011

Crema di porri e patate con mazzancolle in velo di pancetta


Oggi fa molto freddo. Un timido sole spunta di tanto in tanto da dietro le nuvole. Ho comprato una manciata di mazzancolle al mercato del Quadrilatero a Bologna e preparato questa crema calda, avvolgente e saporita.

Ho sempre amato i nascondigli, le tane, i buchi negli alberi, i segreti velati, i bauli vecchi e i tesori che si trovano in fondo al mare.
Così, per quanto riguarda la ricetta che vi propongo oggi, ho nascosto le mazzancolle sotto un velo sottilissimo di pancetta rosolata e croccante e per quanto riguarda tutto il resto, invece, vi mostro due foto del Lago di Suviana, un posto a circa 60 km da Bologna. Le rovine che vedete, che sembrano quasi rovine di un piccolo castello, di una casa o chissà cosa, sono venute alla luce quest'anno, quando per via dei lavori che l'Enel compie ogni venti anni alla diga, hanno deciso di abbassare di trenta metri il livello d'acqua del lago.
Per terra, tra le crepe del fango asciugatosi col sole dell'estate, si trovano tanti oggetti: ganci, penne, scatolette. Questo post allora è per i tesori nascosti, per tutto ciò che rimane a lungo invisibile agli occhi e poi, un bel giorno, viene allo scoperto, in tutta la sua magica, semplice evidenza.



mercoledì 19 ottobre 2011

Cantucci con mandorle, nocciole e cioccolato / Biscotti da viaggio



Ecco qua un po' di biscotti-cantucci da viaggio. Adatti per lunghi viaggi o brevi passeggiate, questi biscotti non temono la nebbia nè l'umidità. Restano fragranti anche sotto bufere di neve o tempeste di pioggia. Si possono portare in vecchie buste come questa comprata in un negozietto di N.Y.C, oppure nei classici sacchetti di plastica da freezer presi alla coop. Non soffrono il caldo del deserto nè il freddo del polo nord. Provare per credere.

domenica 16 ottobre 2011

Spaghetti al pomodoro/ La passata di pomodoro



La salsa di pomodoro è per tutti gli italiani il sugo per eccellenza. In nessuna famiglia manca nella dispensa un barattolo di pomodori pelati o un vaso di sugo al pomodoro rosso come il sangue. Da bambina mi divertivo molto nella giornata in cui tutta la famiglia patriarcale, con nonna, zie, fratelli, cugini, era impegnata nell’impresa che chiudeva l’estate di tutti gli italiani: preparare la passata di pomodoro da mettere al fresco in cantina.

Durante l’inverno ogni volta che si apriva una bottiglia o un barattolo di questo sugo, si sprigionava in tutta la casa l’odore dell’estate e del basilico sfregato sulle mani.

A casa nostra se ne preparava tanto per tutte le famiglie affiliate, i fratelli di mio padre e la loro numerosa prole.

Si iniziava al mattino molto presto quando il grande calderone, che veniva usato anche nella giornata in cui si ammazzava il maiale, veniva riempito di acqua e di sugosi pomodori appena lavati; la legna sotto faceva fiamme dorate, noi bambini intorno facevamo danze propiziatorie di un sabba antico o di una festa africana, per noi chiaramente non c’era nessuna differenza.

Pronti i pomodori venivano stesi su cassette di legno (quelle che si utilizzavano per la raccolta della frutta, perché una volta il riciclo era un’abitudine e non una moda artistica) e si lasciavano un giorno intero a riposare e ad asciugare. A tramonto si tirava fuori la macchina magica che passava quintali e quintali di pomodoro: prima era a manovella e poi, quando siamo diventati un po’ più grandi, elettrica, e noi allora ci divertivamo a passarle sempre più vicino con la speranza che qualche spruzzo macchiasse le nostre magliette e ci ferisse a morte. Era sangue vero quello che usciva dal nostro cuore, dalle nostre mani, dalle nostre facce sporche di una giornata passata a fare con i grandi un rito vero e proprio che segnava la fine dell’estate e delle vacanze e l’arrivo della scuola. Alla fine si mettevano tutti i vasi a dormire dopo che erano stati riempiti di salsa bollente e basilico fresco.

Ora viviamo tutti in piccoli appartamenti dove i riti con il fuoco sono impossibili, le bande infinite dei cugini non esistono più e quindi non mi resta che seguire i consigli di Alan Baj e del suo Cuochi si diventa, in cui il sugo è un lento appassire dei pomodori nel forno.

martedì 11 ottobre 2011

Muffin al cocco e cioccolato


Da molto tempo non vi proponevo dei dolci ed in particolar modo dei muffin. Mi è tornata la voglia.
Ieri ho assistito ad un divertente concertino di un gruppo che si chiama Kitchen Trio, formato da tre donne molto talentuose e davvero divertenti che, nel repertorio, hanno riproposto una canzone di Mina che io nemmeno ricordavo e che invece mi è arrivata alle orecchie nuova, forte, profonda e mi ha fatto pensare al mondo di quelli che vivono a margine, i cosiddetti pazzi, coloro che più ci fanno paura e in cui più ci riconosciamo, come simbolo dei confini di ognuno di noi, della nostra psiche, di un oltre difficile da immaginare e giudicare.
Io vengo da una città non molto grande con un grande ospedale psichiatrico, ormai chiuso. Amo frequentare i luoghi -bar, giardini- che sono molto amati anche dalle persone che fino ad un po' di anni fa erano nell'ospedale ed oggi vivono in istituti o case-famiglia. In quei luoghi, dove nessuno tenta di distinguere, spira una singolare aria di fratellanza e libertà.

Vi dedico Sognando di Mina, dunque.
http://www.youtube.com/watch?v=VfpTvxNrun8&feature=fvsr

Me ne sto lì seduta assente
con un cappello sulla fronte
e cose strane che mi passan per la mente.
Avrei una voglia di gridare
ma non capisco a quale scopo
poi d'improvviso piango un poco
e rido quasi fosse un gioco.
Se sento voci non rispondo
e vivo in uno strano mondo
dove ci son pochi problemi
dove la gente non ha schemi.
Non ho futuro né presente
e vivo adesso eternamente
il mio passato è ormai per me distante.
Ma ho tutto quello che mi serve
nemmeno il mare nel suo scrigno
a quelle cose che io sogno
e non capisco perché piango.
Non so che cosa sia l'amore
e non capisco il batticuore
per me un uomo rappresenta
chi mi accudisce e mi sostenta.
Ma ogni tanto sento che
gli artigli neri della notte
mi fanno fare azioni non esatte.
D'un tratto sento quella voce
e qui comincia la mia croce
vorrei scordare e ricordare
la mente mia sta per scoppiare
E spacco tutto ciò che trovo
ed a finirla poi ci provo
tanto per me non c'è speranza
di uscire mai da questa stanza.
Sopra un lettino cigolante
in questo posto allucinante
io sogno spesso di volare nel cielo.
Non so che male posso fare
se sogno solo di volare
io non capisco i miei guardiani
perché mi legano le mani.
E a tutti i costi voglion che
indossi un camice per me
le braccia indietro forte spingo
e questo punto sempre piango.
Mio Dio che grande confusione
e che magnifica visione
un'ombra chiara mi attraversa la mente.
Le mani forti adesso mordo
e per un attimo ricordo
che un tempo forse non lontano
qualcuno mi diceva t'amo.
In un addio svanì la voce
scese nell'animo la pace
ed è così che da quel dì
io son seduta e ferma qui.

sabato 8 ottobre 2011

Torta di pere al cioccolato/ Irène Némirowsky, Il vino della solitudine



Oggi parliamo di alta pasticceria e di grande scrittura. Il libro consigliato immagino abbiate già capito che non parla assolutamente di vino ma è la autobiografia romanzata di una grande scrittrice del secolo appena finito.  Di questa grande scrittrice, morta in un campo di concentramento, sono una grande ammiratrice e ho letto quasti tutti i suoi libri. Questo libro lo consiglio a tutte le donne che hanno una figlia per capire meglio l'importanza dei rapporti affettivi nella relazione intima tra madre e figlia
La ricetta invece l'ho trovata nella rete ed è di un pasticcere che cura una rubrica  " Peccati di Gola" su "Alice" Luca Montersino: Io ho preparato metà dose, togliendo anche un po' di zucchero.
La cosa straordinaria di questa ricetta,  ed è per questo che parlavo di alta pasticceria, è che le uova e lo zucchero prima di montarli nella planetaria vengono riscaldate a 45° gradi. Questo strano procedimento fa sì che le uova montino rapidamente creando una meravigliosa schiuma bianca.

Questa è una torta perfetta anche per chi ha problemi di glutine perchè al posto della farina di grano ho messo quella di riso. Guardate come è venuta bella soffice!!!!




martedì 4 ottobre 2011

Insalata di patate, lenticchie, pancetta ed erba cipollina con aceto di mele



Al mercatino biologico dell'Ex Mercato 24 a Bologna (tutti i giovedì pomeriggio) ho trovato le patate e l'erba cipollina per preparare quest'insalata fredda ma già un po' autunnale. Le lenticchie sono quelle di Santo Stefano di Sessanio, un bellissimo paesino in Abruzzo, la pancetta è metà dolce e metà affumicata, così da dare una nota di sapore senza che però diventi troppo carico.
Una poesia di Pasternak, una specie di invocazione d'autunno, perché con 30°C e il sole che brilla ad ottobre non si sta male, però inizio un po' a preoccuparmi...

I giardini hanno nausea della lunga bonaccia.
Lo stupore dei burroni corrucciati
sa mettere scompiglio, più tremendo
e più malefico degli uragani.

La tempesta è vicina. Il giardino
odora della bocca arsiccia
d'ortica, di tetto, di marcio e sgomento.
Sale in colonne il mugghio del bestiame

Boris Pasternak