lunedì 30 gennaio 2012

Spezie da scoprire



Nei miei viaggi in oltralpe sono sempre alla ricerca di nuove spezie e nuovi profumi.  La cucina per me è un continuo mescolare ingredienti e spezie provenienti da tutto il mondo. Anche la cucina più tradizionale ha bisogno di una rinfrescata con nuovi ingredienti. Oggi per me sarebbe inpensabile cucinare senza zenzero, limoni marocchini, lemon grass, curry indiani... Parigi è una città che offre sempre tantissimo in ambito alimentare e qui si possono trovare gli ingredienti più incredibili e spezie freschissime.L'ultima scoperta è questo meraviglioso negozio di spezie Epices Roellinger che offre spezie da tutto il mondo. Io ho provato queste meraviglie: Pudre de Vasco perfetta per la crema di melanzane che solitamente si mangia in medio oriente e   Pudre Serenissima ottima per un gazpacho fresco. Il negozio è nella zona parigina dei ristoranti giapponesi ed è ricca di profumi e piatti straordinari. Uno dei miei ristoranti è Higuma in rue Saint Anne. E' un ristorante molto popolare con cucina a vista dove si mangiano delle zuppe favolose. Su uno degli ultimi numeri della rivista Elle à Table, c'era proprio un articolo che raccontava di questo meraviglioso incontro tra un grande chef Olivier Roellinger e Maitre Tseng, grande esperta di tè. Se andate a Parigi non trascurate questo luogo che vi trasporterà nel magico mondo dei profumi e dei sapori.

venerdì 27 gennaio 2012

Cipolline!


Anche se né io né Lea siamo siciliane, a volte su questo blog compaiono ricette dal sapore isolano. Il motivo è che la Sicilia è per me una regione d'elezione, a cui sono legata a partire dalla prima volta che vi sono approdata, in una gita di terza media una quindicina di anni fa. Il legame si è consolidato nel tempo e non c'è cosa migliore per avvicinarsi alla cultura di un luogo che passare attraverso i sapori della sua cucina.
La CIPOLLINA è una prelibatezza da forno o tavola calda catanese, un fagottino saporitissimo che brucia la lingua ed eccita le papille gustative. Ho interrogato le mie conoscenze catanesi per avere indicazioni su come prepararla, ma mi sono sentita rispondere "e che ne so, la cipollina non si mangia a casa, si mangia al forno!".
Eh no, non lo accetto. Se c'è una caratteristica che mi contraddistingue è l'ostinazione: ho deciso di prepararla con i miei mezzi, da "straniera" ed eccola qui!
Per rendere le cipolline gonfie ma morbide così come le avevo viste nei forni di Catania, ho pensato di preparare io la sfoglia ed è uscita benissimo (ci sono tante ricette da seguire in internet, anche video! Io ho seguito quella del cuoco Luca Montersino, impastando a mano perché non ho la planetaria), ma se non volete trascorrere ore e ore in casa aspettando i vari riposi dell'impasto, vi consiglio di comprarla, possibilmente di forma rettangolare.
Per questa ricetta una poesia di Bartolo Cattafi, poeta siciliano.

Quinta colonna

Tra silenzi sospesi, brulicanti,
qualche notizia d'ambiguo bagliore
giunta per caso.
Pensammo soprattutto a una leggera
forma di pazzia
ad un atteggiamento involontario,
stranezze della vita in altro clima,
vergine e vario il mondo di frontiera.
Invece poi si seppe che ammazzavi per aprirti il passo,
andavi armi e bagagli col nemico.
Abile, attenta,
avendo sotto mira
altre nuove spalle da colpire.

Bartolo Cattafi


domenica 22 gennaio 2012

Polpette all'indiana



Polpette, polpette, polpette, cosa c’è di meglio delle polpette. Piacciono ai bambini, ai vecchi, alle donne incinte e a quelle che fanno le commesse in libreria, piacciono a chi fa il manager e a chi fabbrica burattini, piacciono a tutti. L’incontro fatale con le polpette è stato quando avevo solo 4 anni, avevo appena imparato ad andare con il triciclo a quattro ruote e come regalo per la  mia impresa ci  fu un sacchetto pieno di polpette fumanti. Erano le classiche polpette con carne, mortadella, salsiccia, patata e prezzemolo. Da allora ogni mia prima volta è stata coronata da polpette sempre diverse, ho mangiato polpette di patate la prima volta che mi sono tagliata i capelli corti, ho mangiato polpette di melanzana dopo che mi sono innamorata di un meraviglioso bassotto, ho mangiato polpette al curry dopo aver letto per intero il mio primo libro senza figure, ho mangiato polpette dolci di riso dopo aver disegnato tutte le figure del mio primo libro con le figure, ho mangiato polpette di pesce la prima volta che ho pianto al cinema. Le polpette hanno segnato tutta la mia esistenza e queste sono le polpette della mia prima sciarpa di lana senza nessun errore. Polpette forti di sapore, ma immerse in una dolce salsa allo yogurt. La ricetta mi viene da un grande maestro come Alan Bay e dal suo secondo libro “Cuochi si diventa 2”e come sempre le ricette per me sono spunti da cui poi partire per viaggi infiniti, di sapori e di scoperte.

Per preparare queste polpette ho usato una spezia meravigliosa scoperta in uno dei luoghi magici che spesso visito  a Parigi, e di cui vi avevo già parlato, l’épicerie de Bruno, in rue Tiquetonne. Bruno è un gentile francese che gira il mondo a scoprire spezie e poi le mescola con grande maestria. Questo curry (Curry Chandnì Chowk) ne è la prova, ha miscelato con dosaggi perfetti: menta,coriandolo,curcuma, noce moscata, pepe e cipolla. Quest’anno con la mia amica Ilaria sono stata anche in un altro luogo magico dove si possono comprare spezie che arrivano da tutto il mondo, ma di questo posto vi racconterò un’altra volta


martedì 10 gennaio 2012

Crostata di uva, prugne, cioccolato, rum e scaglie di mandorle


Si susseguono giorni di sole e aria quasi mite, tranne la sera. Tutti a chiedersi se è un giochetto degli dei o una vera primavera prematura. A me piace, mi godo ogni attimo di luce, ma contemporaneamente carico questa poesia, di tutt'altro respiro, di cui amo il riferirsi all'infanzia e alle epoche preistoriche, come fossero la stessa cosa. E forse un po' lo sono.

Vi propongo una crostata che ho inventato, con l'intenzione di riprodurre i sapori dei dolci natalizi delle mie parti in una veste semplificata. Una madeleine di proustiana memoria in forma diversa, insomma.

Vocis imago

Il suono della pioggia, familiare fin dall'infanzia,
a me più caro d'ogni suono umano.
Lo so bene perché fanno le case
ma è all'aperto che si ride.

Immagine di voce sei, eco fresca
di lingue prime nel fruscio dei boschi.
Molto indietro nel tempo, in un fragile umano primitivo,
quando parole a gocce si alternavano.

Piano, pioggia. No, parla più forte.
Li vedo nel diluvio, svegliarsi presto.
A ogni rovescio mi è più familiare il mondo.
Odo i pensieri di chi nelle caverne trovò rifugio.

Durs Gruenbein


venerdì 6 gennaio 2012

Pizza ricoperta ai semi di lino con verza e ricotta




Il posto che vedete è una casetta di legno sui Monti della Laga, in Abruzzo, nei pressi del paesino di Pagliaroli. E' il luogo dove ho trascorso l'ultimo giorno dell'anno e il primo, due giorni votati alla selvatichezza. Accantonati i vestiti belli, i cibi sopraffini, le stanze riscaldate, i letti comodi e gli specchi, ho trovato i piaceri della vita rustica e dell'adattamento. Serata intorno al focolare, grigliata all'aperto al freddo secco della notte, dormita di gruppo in sacco a pelo, colazione dolce e salata, passeggiata tra i monti nell'aria cristallina.
Durante la sera, munita di una torcia da fronte perché c'era solo la luce del fuoco ho letto anche un libro che vorrei consigliarvi. Si intitola La lugubre gondola ed è una raccolta di poesie di Tomas Transtroemer, il poeta vincitore del Nobel. Ammetto che non avevo letto nulla di lui prima che vincesse il premio e ringrazio Lea per avermi regalato questo libro che contiene anche un lungo saggio davvero interessante di Gianna Chiesa Isnardi. Vi lascio qui di seguito una poesia di Transtroemer che non appartiene alla raccolta sopracitata ma mi piace molto, perché mi riporta al viaggio, alla fascinazione che ho per i treni e per l'altrove. E' sicuramente una metafora, questa poesia. L'ultimo verso mi incanta.

Stazione

Un treno è entrato in stazione. È fermo, vagone dopo vagone,
Ma nessuna porta si apre, nessuno scende o sale.
Ci sono veramente delle porte? Là dentro un brulichio
Di uomini rinchiusi che vanno su e giù.
E scrutano dai finestrini immobili.
Fuori lungo il treno cammina un uomo con un martello.
Urta le ruote che debolmente risuonano. Tranne qui.
Qui il rumore aumenta incomprensibilmente: un fulmine,
Il rintocco dell’orologio della cattedrale,
Il rumore della circumnavigazione del globo
Che solleva tutto il treno e le pietre umide dei dintorni.
Tutto canta. Ve lo ricorderete. Andate avanti.

Tomas Transtroemer


 La ricetta che vi propongo è una pizza ricoperta, adatta a pranzi e cene in posti che non dispongono di stoviglie e comodità varie!