domenica 31 gennaio 2010

Cremine cotte al limone


Di nuovo domenica, di nuovo neve. Vi propongo delle cremine al classico e intramontabile aroma di limone che vi forniranno le calorie giuste per difendervi dal freddo.
Ascolto consigliato: J.S.Bach, Goldberg Variationen

Dormire

Vorrei imitare
questo paese
adagiato
nel suo camice
di neve

Giuseppe Ungaretti

venerdì 29 gennaio 2010

Insalata di radicchio, arance, finocchi, olive nere e sesamo


Silenziosa sera di gennaio. Anche le cuoche più fantasiose e volenterose hanno giornate difficili, ma non rinuncerebbero mai a qualcosa di sfizioso seppur semplice da mettere sotto i denti per provare a tirarsi su di morale.
Questa insalata propone la terapia del colore: il radicchio viola come i broccati d'Oriente, le arance lucide del sole di Sicilia, i finocchi puri e bianchi come i denti forti della gente del sud del mondo, le olive tonde e nere come certi begli occhi e il sesamo color deserto.
Cercando il caldo dentro un piatto freddo, la vostra Rablù vi saluta...

Ascolto consigliato: Anouar Brahem,  Le pas du chat noir

giovedì 28 gennaio 2010

Pane morbido al prosciutto e semi di lino



Il pomeriggio in cui nevicava e ascoltavo White Album dei Beatles e soprattutto "While My Guitar Gently Weeps", una due tre quattro cinque volte di seguito.
Ho provato ad assecondarne il ritmo impastando, lavorando bene con i polsi, come raccomanda la nostra Lea.
Alla ricetta di questo pane morbido e saporito, aggiungo una poesia di Vittorio Sereni e non sto nemmeno a spiegarvi il perché.

Giovanna e i Beatles

Nel mutismo domestico nella quiete
pensandosi inascoltata e sola
ridà fiato a quei redivivi.
Lungo una striscia di polvere lasciando
dietro di sé schegge di suono
tra pareti stupefatte se ne vanno
in uno sfrigolìo
i beneamati Scarafaggi.

Passato con loro il suo momento già?

Più volte agli incroci agli scambi della vita
risalito dal niente sotto specie di musica
a sorpresa rispunta un diavolo sottile
un infiltrato portatore di brividi
- e riavvampa di verde una collina
si movimenta un mare -
seduttore immancabile sin quando
non lo sopraffanno e noi con lui altre musiche.

Vittorio Sereni

mercoledì 27 gennaio 2010

Mezze maniche con radicchio rosso, acciughe e pane grattugiato



Siccome sono una gasbista (vedi gasBologna) e siccome mi piace mangiare la verdura prendendola direttamente dal contadino senza tutti i passaggi che la trasformano in verdura senza più sapore, a volte, oltre ad andare nei mercati di campi aperti (vedi la campagna Genuino clandestino),  mi faccio portare a casa le verdure da Agriverde, che rientra nel circuito di campi aperti ma che, oltre al mercato, fa anche la consegna a domicilio e affida il lavoro negli orti a ragazzi in difficoltà.

Mi avevano quindi consegnato dei meravigliosi radicchi rossi e ho pensato di farmi questa semplice ma gustosissima pasta.
La ricetta riprende un po’ le classiche ricette di pasta con le verdure, di solito broccoli o cime di rapa, acciughe e pane grattugiato, e questa variante con il radicchio rosso è davvero azzeccata.
Dico anche due parole sulle meravigliose acciughe che ho utilizzato, che mi sono arrivate da Teramo dalla mia amica Rablù, comprate in una di quelle vecchie drogherie dove si trovano ancora le latte piene di sarde e acciughe sotto sale, pesci d'altri tempi che vengono avvolti nella vecchia carta oleata bianca.


Spaghettoni con ricotta, bottarga e pistacchi


Sabato, al mercato della terra di Bologna, ho comprato una ricotta di mucca del caseificio Rosola di Zocca e, dopo aver fatto una bella torta, che prima o poi vi posterò, ho deciso di fare una gustosa salsa per gli spaghetti. Tutti gli ingredienti provengono dal sud e oltre che dare colore al piatto, contrastano nei sapori: la bottarga un po' acre,  la ricotta dolce e cremosa,  i pistacchi dal sapore rotondo e sopra una bella spolverata di pepe  per dare un po' di tono.

domenica 24 gennaio 2010

Stufatino speziato con prugne e pinoli


“Il sabato è per i pivelli!”, sostiene qualcuno di mia conoscenza. Ed io mi trovo assolutamente d’accordo. Di sabato viene una specie d’ansia: bisognerebbe uscire, bisognerebbe andare, bisognerebbe fare, è sabato, diamine, bisogna, bisogna, si deve, andiamo, è sabato, non vorrai mica…? Non vorrai mica rimanere a casa?!
Invece sì, cena per cinque, chiacchiere sciolte, buona musica e buoni vini (Cataldi Madonna Montepulciano d’Abruzzo 2007, Lepore Montepulciano d’Abruzzo 2007).
E qui per voi quello che ho preparato: un piatto caldo, speziato, con un po’ d’Oriente dentro.
Fotografato quando era ancora fumante: non si riusciva a protrarre l’attesa.

sabato 23 gennaio 2010

Vellutata di finocchi con pinoli


In queste freddissime giornate d’inverno, tornare a casa dopo una lunga giornata di lavoro e trovare in tavola una calda e cremosa zuppa che ti riscalda corpo e anima è il sogno di tutti noi.
E se il tempo è poco e il desiderio della tazza calda è tanto, questa è la ricetta giusta, veloce da fare e ancora più veloce da mangiare.
Ho scelto i finocchi, perché sono una verdura di stagione ma anche perché hanno un profumo intenso, direi quasi calmante.

venerdì 22 gennaio 2010

Biscotti al formaggio



Kaesetaler, biscotti tedeschi al formaggio da mangiare con i salumi, con i sott'olio o anche solo accompagnati da un bicchiere di Prosecco. 
Ringrazio la mia amica Frieda per la ricetta!

Abbino una poesia tedesca della grande Ingeborg Bachmann. Una poesia che sa di esilio, esiliati come ci si sente a volte anche nel proprio paese.

Giorni in bianco

In questi giorni, mi levo con le betulle
e sulla fronte ravvio le ciocche di frumento
davanti a uno specchio di ghiaccio.

Amalgamato al mio respiro
sfiocca il latte:
così di buon'ora ha facile schiuma.
E dove il vetro appanno con l'alito
appare, dipinto da un dito infantile,
ancora il tuo nome: innocenza!
Dopo tanto tempo.

In questi giorni, non mi duole
di sapere dimenticare
e di essere costretta a ricordare.

Amo. Fino all'incandescenza io amo,
e ne ringrazio biblicamente il cielo.
L'ho imparato in volo.

In questi giorni, io ripenso all'albatro
che mi ha sollevata e trasportata
in un paese che è un foglio bianco.

All'orizzonte immagino,
fulgido nel suo tramonto,
il mio favoloso continente
laggiù, che mi ha congedata
già rivestita del sudario.

Vivo, e da lontano ascolto il suo canto del cigno!


giovedì 21 gennaio 2010

La tagliatella: Regina delle paste


Continuiamo con la tradizione: da buona emiliana sul mio blog non potevano mancare le tagliatelle, fatte con le uova ancora calde prese nel pollaio di Pietro, il mio amico contadino che non mangia carne perchè si affeziona troppo alle mucche che alleva, e farina 0, perchè contiene ancora "le ceneri" e così le tagliatelle vengono fuori  belle rustiche e profumate.
La tagliatella è la vera regina della pasta, il sugo alla bolognese senza di lei sarebbe estinto; la tagliatella riesce a cogliere la giusta dose di sugo grazie alla sua naturale ruvidità e arrotola nelle sue spire i teneri bocconi della carne.

Mia nonna  faceva  l'impasto bello sodo: si deve fare fatica a impastare e i polsi ruotano che è un piacere. Poi, dopo un po' di riposo (sia della pasta che dei polsi) e solo per chi ha tempo ed è capace, si passa al mattarello. Mia nonna - grande "resdora" d'altri tempi - passava con delicatezza il mattarello sulla pasta e piano piano trasformava l'impasto in una sfoglia sottile e delicata; la luce - mi diceva -deve passare senza farsi vedere. Io, che non ho il tempo nè la mano di mia nonna, ho fatto tutto con la macchina della pasta, e "la pasta sarà anche meno ruvida ma di sicuro si fa prima" diceva mia madre.
Per saperne di più su questa meraviglia vi consiglio il libro delle Sorelle Simili, Sfida al Mattarello, edito da Vallardi.

mercoledì 20 gennaio 2010

Carciofi in pinzimonio



Solo qualche minuto di preparazione per un piatto "performante", divertente e gustosissimo.

Una foto del prima e del dopo. Le foglie sbocconcellate dei carciofi vi ricorderanno i gusci delle ostrichette di Alice nel paese delle meraviglie. La differenza sta nel fatto che io dopo averle mangiate ho tutt'altro che pianto...
Ingredienti:

carciofi grandi
olio d'oliva
aceto o succo di limone
sale
pepe

Lavare i carciofi e tagliarne il gambo lasciando uno o due cm. Metterli in un tegame d'acqua e farli bollire fino a che non saranno lessati (quando si riuscirà a infilare con facilità la forchetta nel gambo).
Scolarli e metterli in un piatto. In una ciotolina preparare un'emulsione di olio, aceto o succo di limone, sale e pepe sbattendo il tutto con una forchetta.
Staccare i petali uno alla volta e immergerne la parte inferiore nel pinzimonio. Mangiare solo la base chiara. Man mano che ci si avvicinerà al cuore la parte chiara sarà più grande, più morbida e più saporita.
Arrivati al cuore, immergerlo nel pinzimonio, mordere tenendo il gambo tra le dita e... impazzire di gusto!

domenica 17 gennaio 2010

Torta mistero



Cadete foglie, fiori svanite;
stenditi notte, giorno sii breve;
ogni foglia che vola da una pianta autunnale
mi parla di felicità.
Sorriderò quando fiocchi di neve
fioriranno al posto della rosa;
canterò quando la notte in declino
annuncerà un giorno più grigio.

Emily Brontë


Bel giorno grigio a immaginare cosa c’è dietro le porte nascoste dalla natura.

Si consiglia di preparare la torta con l’album “Three” dei The Black Heart Procession che suona in sottofondo.



Muffin d'antan


"Le nostre risposte"



Quanto è lunga la vita e come è strana.
Quanto è lontana la città a quest'ora!
E ieri - non ti conoscevo ancora.
E domani - chissà se ti vedrò.
        Cerco la mia collana e non la trovo
        e il pettine non è dove credevo.
        Si è fatto tardi - e devo salutarti.
        E non so piú se mi vuoi bene o no. 


II 
Forse una donna vuol sapere troppo
ma anche tu vuoi sapere e non lo chiedi.
Che cosa pensi quando non mi vedi?
Che cosa vedi quando pensi a me?
        Cerchi le sigarette e non le trovi,
        cerchi d'essere allegro e non ci arrivi.
        Si è fatto tardi - e devi salutarmi.
        E non sai piú chi ero e chi sarò. 


III 
Quanti anni son passati su noi due.
Quanto è breve la vita e come è strana.
Quel che era vicino s'allontana,
quel che era lontano è accanto a te.
        Cerchi la giovinezza e non la trovi.
        Ma ora sai che cosa le chiedevi.
        Si è fatto tardi - e siamo ancora insieme
        a domandarci quel che non si sa.


Franco Fortini

Le mandorle e l' amaretto sanno sempre un po' d'antico e di nostalgia. E le gocce di cioccolato sono i nei disegnati sulle guance delle donne.
Gustate i muffin con una tazza di cioccolata calda.



venerdì 15 gennaio 2010

Bibita con limone e zenzero



In queste fredde giornate di nebbia è sempre un piacere sfogliare le foto dei viaggi fatti nei caldi paesi del sud. Ed è proprio riguardando queste foto, che raccontano di tè profumati alla menta e di morbidi pasticcini al miele e mandorle, che mi è venuta una gran voglia non di un caldo tè alla menta arricchito di pinoli raccolti nella pineta di Pinarella (tipica località di mare della Romagna), ma di una fresca bevanda che al delizioso gusto aspro del limone mescola il sapore piccante dello zenzero (spezia molto utile d'inverno contro i raffreddori).

1 litro d'acqua
2 limoni spremuti
20 grammi di zenzero fresco grattugiato
2 cucchiai di zucchero di canna
1 buccia di limone non trattato

Spremere bene i due limoni, grattugiare lo zenzero, mescolare con lo zucchero di canna e versare il tutto nell'acqua. Aggiungere infine la buccia di limone e lasciare riposare in frigo per almeno un'ora.

lunedì 11 gennaio 2010

Piccoli panini Nord-Sud

Ancora troppo freddo per indugiare ore nei parchi, ma si riesce a stare seduti almeno un quarto d’ora su una panchina, nell’aria tagliente e specchiante di gennaio. Il tempo di un pranzo frugale a base di questi piccoli panini che uniscono il gusto di Sud del sesamo a quello più nordico dell’aneto. Buoni con un pezzetto di formaggio e un tè al bergamotto (nel termos)…


domenica 10 gennaio 2010

Le golose


E' domenica mattina. La domenica è un giorno difficile, direi anzi ingombrante. E' troppo vicino al lunedì, è troppo vuoto, è troppo rivestito di significati, è troppo finale, è l'unico giorno "femmina" e somiglia ad una matrona, imponente, sicura di sé, sempre con la gonna, tradizionalista, un po' ottusa ma non cattiva. La domenica è eccessiva.
E allora io sono per fare le cose piccole di domenica, per contrastare l'imponenza.
Leggiamo e mangiamo "pastarelle".
Entriamo al Caffè Grande Italia di Teramo, caffè storico, ordiniamo un caffè o un "cappucciotto" al banco, e i baristi ci appoggeranno davanti anche un bicchierino d'acqua e un piccolo dolcetto di pasticceria in omaggio. Mi sporcherò le dita con la crema al primo morso, mi guarderò intorno smarrita. Al mio fianco: Gioacchino Vallarelli, storico fotografo teramano, un vecchietto con naso grande e dita lunghissime, tutto dinoccolato, anche lui a bere il suo caffè e mangiare il suo dolcetto. Sarà lui a fare un gesto d'altri tempi, commovente: avvicinarmi il portatovagliolini, con un sorriso e nemmeno una parola.
Memorabile.
Ho pensato a Gozzano e alle sue Golose.
Leggete, mie cari e care, e mangiate paste alla crema.

sabato 9 gennaio 2010

Granetti




“(…)Noje arcujemme ‘nvice sole amore / (che vvù che te po’ fa’ ddo ‘nnamurate?) / Tra fène e jerva frasche de pajare. (…)”

“(…) Noi raccogliemmo invece solo amore / (che altro possono fare due innamorati?) / Tra il fieno e l’erba fresca del pagliaio. (…)”

Alfonso Sardella, poeta dialettale abruzzese

Una casa colonica, un'aia dove le galline razzolano silenziose, un cane che abbaia, un giardino disordinato che non è nemmeno un giardino, perché una volta i giardini non c'erano, c'erano solo l'erba, qualche coccio buttato e una vasca in disuso riempita di terra dove si mettevano a crescere le erbette profumate per la cucina. Dietro casa le stalle con le mucche, le pecore, almeno un maiale. Contadini al lavoro nei campi, donne in casa, davanti casa, dietro casa. Il pavimento della cucina di cemento, senza piastrelle, pronto ad assorbire le macchie.

E' un ricordo che voglio farvi leggere, un ricordo non diretto ma a me raccontato dalle donne anziane della mia famiglia.

L'Abruzzo, le campagne tra la montagna e il mare, le case rurali, il lavoro faticoso, l'allegria regalata da un niente, da una bella giornata di sole pallido in mezzo all'inverno, dal mangiare quando si è affamati, da un pezzetto di pancetta sapida in mezzo al sapore un po' spento di un cucchiaio di acqua e farina.
I granetti sono un piatto semplice, semplicissimo. Se guardate un piatto di granetti nemmeno i vostri occhi esultano, perché è bianco, tanto è povero. Solo, mangiandolo, qualche tesoro, qualche nota saporita vi capita sotto i denti.
Un tempo si consigliava alle donne che avevano appena partorito di mangiarne, perché "faceva latte". Ogni giorno, una vicina anziana andava a far visita alla giovane donna appena sgravata e le faceva dono di un piatto di granetti. Perchè il nuovo venuto al mondo esultasse appoggiando le labbra ai capezzoli...

Zabajone



Oggi inauguro questo blog con una vecchia ricetta di casa.
Il desiderio di fare lo zabajone, proprio come mi aveva insegnato mio padre, mi è venuto dopo aver assaggiato i bignè allo zabajone della pasticceria La Caramella di Bologna. Affondando i denti nel bignè ho capito che cos'è una "madelaine" e quanto un sapore possa essere ricco di ricordi e emozioni.

ingredienti:
1 rosso d'uovo
3 cucchiai di ottimo marsala secco
3 cucchiai di zucchero

Mescolare tutto molto bene e far cuocere lentamente a bagnomaria fino a che non diventa bello spumoso.