giovedì 29 dicembre 2011

Biscotti salati/ Un libro esplosivo per un esplosivo 2012


Biscotti salati perfetti, anche perché rapidi da preparare, per ogni inizio di pranzo o cena e in questi giorni  di pranzi e cene se ne sono fatti assai. La ricetta l'ho trovata in un libro, molto interessante per chi vuole fare piccoli regali fatti in casa, di Sigrid  Verbert del Cavoletto di Bruxelles, Regali golosi. Come semnpre ho modificato un po' la ricetta per renderla più mia ma la base è tutta di Sigrid.

Volevo anche consigliarvi un bel libro per allietare il vostro inizio anno con una bellissima lettura. Anche perchè quello  che si fa il primo dell'anno poi si fa tutto l'anno.
Vi regalo quindi questo booktrailer da leggere sotto le coperte il 1 gennaio. Questo bellissimo libro, Il libro esplosivo, è un vecchio libro americano recuperato da un piccolo ma grande editore romano: Orecchio Acerbo. Dopo averlo gustato sotto le coperte  vi consiglio di acquistarlo in una qualsiasi libreria perchè è davvero un capolavoro.




giovedì 22 dicembre 2011

Tortellini fritti con ripieno di castagne e marmellata/ La nonna Amedea


Si avvicina il Natale e si diventa tutti più buoni e sentimentali e così i ricordi d'infanzia riaffiorano leggeri come polvere di talco. E questi tortellini dolci, spolverati non di talco ma di zucchero a velo, mi ricordano una delle mie due nonne: la nonna Amedea. La nonna cuoca, quella che ha lasciato a noi, figlie dei suo figli, la passione per gli impasti e le alchimie culinarie. Da piccola ricordo il suo lento vagare per le stanze con lunghe vesti, pare che sotto non portasse le mutande, perchè aveva problemi di incontinenza e allora non c'erano i pannoloni per anziani, e per noi bambini era un fatto misterioso e proibito poter andare in giro senza le mutande. Di lei riconoscevamo il passaggio proprio da quelle piccole gocce lasciate come tanti sassolini bianchi in giro per il cortile, l'aia e a volte anche le cucine. Erano il segno del suo percorso, sapevamo sempre da dove era passata e dove stava andando e a volte per gioco diventavano i segni di una caccia al tesoro che sempre a lei ci portava. Sapeva cucinare divinamente, figlia di un rivenditore ambulante di cibi, moglie di un birocciaio che però aveva anche un piccolo negozio-bar-ristorante, era passata dalla cucina veloce fatta per strada alla cucina lenta e laboriosa  fatta un po' in casa e un po' nell'aia: il forno infatti troneggiava proprio di fianco alla turca, perchè i bagni moderni in casa erano ancora da venire. Io me la ricordo grande, alta, austera ma comunque buona nella sua lontananza: oggi ci si gioca con i nonni, allora li si poteva solo guardare da lontano o sarebbe meglio dire, visto quanto ero piccola, dal basso. Quando cucinava era una vera regina, le sue non erano raccomandazioni o consigli ma leggi, nessuno poteva sgarrare, non c'era ingrediente, peso, forma che lei non controllasse,  il tortellino non poteva essere più grande del mignolo e le tagliatelle non meno ruvide del velluto. Ogni preparazione si trasformava in un rito e noi bambine, perchè ai maschi non era permesso, facevamo parte di quel rito e sapevamo che un giorno saremmo diventate anche noi le regine, non della casa ma della magia delle lunghe preparazioni, delle complicatissime mescolanze di ingredienti magici e infine del fuoco che come in una fucina alchemica trasformava in cibo commestibile le materie prime - quello che poi un grande antropologo avrebbe chiamato "il cotto e il crudo".
E ora la ricetta  di questi meravigliosi e direi perfetti  (chissà se anche mia nonna li definirebbe perfetti) tortellini fritti che ci preparava sempre a Natale.


giovedì 15 dicembre 2011

Arancini!


Solo una poesia stavolta per gli arancini.
E grazie a chi li ha preparati per noi di Pampelmuse.


Elena di Troia balla sul balcone

Il mio è un buon rapporto qualità-prezzo.
Come i predicatori, vendo visioni,
come la pubblicità del profumo, desiderio
o il suo facsimile. Come nelle barzellette
o in guerra, è tutta questione di tempismo.
Rivendo agli uomini i loro peggiori sospetti:
che tutto abbia un prezzo,
un pezzo per volta. Mi guardano e vedono
un massacro con la motosega appena prima che avvenga,
quando coscia, culo, macchia, fessura, tetta, e capezzolo
sono ancora uniti insieme.
Quanto odio gli batte dentro,
i miei adoratori gonfi di birra! Odio, o un ebbro
disperato amore. Vedendo la fila di teste
e occhi rovesciati, imploranti
ma pronti ad azzannarmi le caviglie,
capisco i diluvi e i terremoti, e l’impulso di pestare
le formiche. Mi muovo a ritmo,
e danzo per loro, perché
non lo sanno fare. La musica ha un odore volpino,
crepita come metallo riscaldato
e brucia le narici
o afosa come l’agosto, caliginoso e languido
come una città il giorno dopo il saccheggio,
quando lo stupro è fatto,
e la carneficina,
e i sopravvissuti vanno in giro
a cercare cibo
fra i rifiuti, e c’è solo un cupo sfinimento.

A proposito, è il sorriso
che mi estenua di più.
Il sorriso, e il far finta
di non sentirli.
Non li sento, infatti, perché dopo tutto
sono straniera per loro.
La loro parlata è ispida e gutturale,
ovvia come una fetta di spalla cotta,
ma io vengo dalla provincia degli dèi
dove i significati sono lirici e obliqui.
Io non mi svelo a tutti,
se ti avvicini all’orecchio te lo sussurro:
Mia madre fu stuprata da un sacro cigno.
Ci credi? Mi puoi portare fuori a cena.
È quello che diciamo a tutti i mariti.
Davvero, ci son tanti uccelli pericolosi in giro.

Certo che qua dentro solo tu
mi puoi capire.
Gli altri vorrebbero guardare
senza sentire nulla. Ridurmi alle componenti
come in una fabbrica di orologi o un mattatoio.
Spremere fuori il mistero.
Murarmi viva
nel mio stesso corpo.
Vorrebbero leggermi dentro,
ma non c’è niente di più opaco
della trasparenza totale.
Guarda – i miei piedi nemmeno toccano il marmo!
Come fiato o aerostato, mi sollevo,
lèvito a quindici centimetri da terra
nella mia luce di fiammeggiante uovo di cigno.
Pensi che non sia una dea?
Mettimi alla prova.
È una canzone torcia* la mia.
Se mi tocchi bruci.

Margaret Atwood

lunedì 12 dicembre 2011

Pasta con la verza/ Parigi in cerca di lana





A Parigi in giro a cercare lane con una delle mie amiche Ilaria, perchè l'altra era in dolce attesa di un gigante che è nato proprio due giorni dopo che sono tornata a casa. Cercavamo lane leggere e morbide per fare  maglioncini e sciarpe per i tanti bambini che sono nati negli ultimi anni attorno a me. E, sempre l'Ilaria che non era incinta, conosceva questi due belissimi negozi che vi consiglio di andare a vedere, se per caso avete intenzione di andare a Parigi. Il primo "la droguerie", questo delle foto, è un negozio enorme che vende di tutto, dalle piume ai bottoni ai filati più incredibili e le lane le vendono non proprio al kilo ma quasi. Il secondo, Lil Weasel,  è un po' più raffinato e ha anche cose che in altri negozi non avevo mai visto come il kit completo, in legno di bambù, di ferri di tutte le taglie. Quando siamo andate noi c'era persino un bel signore grasso che stava lavorando a maglia. Se poi  alle vostre confezioni a maglia volete aggiungere tessuti particolari vi consiglio quest'altro negozio "Petit Pan", che conosceva molto bene l'Ilaria incinta. E così ho preso la lana giusta e i tessuti giusti per fare bellissimi regali di Natale. Dopo però una settimana di Parigi e di cucina parigina, che vi racconterò in altri post, mi è venuta una gran voglia di pasta, e questa pasta con le verdure autunnali è uscita davvero molto buona.



venerdì 2 dicembre 2011

Pomodori verdi/ Guido da Pollenzio


Se avete un orto sinergico e vi trovate con chili e chili di pomodori verdi l’unica soluzione è fare qualche bel vasetto da mettere in dispensa da tirare fuori quando il freddo invernale si fa davvero sentire. Sono appena tornata da un viaggio di lavoro ad Alba dove ho fatto esperienza del cibo di un grande cuoco che gestisce un ristorante molto stellato “Guido da Pollenzo”. Ho assaggiatro solo i suoi antipasti (tartare di fassone; crostini con salsiccia cruda di Bra; tramezzini con burro e alici) e alcuni suoi dolci classici come il semifreddo con torrone di Bra. Ed era tutto sublime. L’arte della cucina povera e semplice che diventa perfetta.



Tornando ai nostri pomodori: dopo varie ricerche ho trovato questa strana ricetta che li invasa tutti interi; mi è sembrata assai interessante e ve la propongo.