mercoledì 28 luglio 2010

Berliner Curry-wurst


Non sarà la ricetta più raffinata del mondo, ma è un mito berlinese e allora merita uno spazio sul nostro blog.
Il curry-wurst è un piatto gustosissimo e poco sano che a Berlino potete mangiare ad ogni angolo di strada. Quello qui sopra viene da una friggitoria del quartiere di Friedrichshain, a due passi da Boxhagener-Platz, che è una delle piazze in cui di domenica si tengono i mercatini delle pulci.
Saporito, un po' piccante, accompagnato da patatine fritte e da una birra fredda (se siete a Berlino scegliete la Jever, molto amara) è quello che ci vuole per fare una pausa dal sapore veramente tedesco.
E' facilissimo da preparare anche in casa: la ricetta originale se l'è portata nella tomba la signora Herta Heuwer, che lo inventò nel lontano 1949 nella sua tavola calda di Charlottemburg, ma c'è un modo semplificato per prepararlo, che poi è come si fa tutt'ora a Berlino.

Vi saluto, al solito, con una poesia.

Tralci di lampone

Il bosco dietro i pensieri,
le gocce di pioggia su di loro
e l'autunno che li fa ingiallire-

ah, e pronunciare tralci di lampone,
bisbigliarti bacche all'orecchio,
le rosse bacche cadute nel muschio.

Il tuo orecchio non li comprende,
la mia bocca non li pronuncia,
le parole non ne fermano il disfarsi.

Mano in mano tra pensieri impensabili.
Nel folto si perde la traccia.
La luna spalanca il suo occhio,
giallo e per sempre.

Günter Eich

sabato 24 luglio 2010

Noodles tibetani


Torniamo in India, con un piatto che sa di confini e di grandi migrazioni. Torniamo alla cucina che si fa in strada e accovacciati per terra. La cuoca, una vecchia nomade, che vive negli accampamenti che si trovano nel passo Barracha La che collega Leh a Manali (5300 metri). I noodles erano  fatti a mano e venivano cotti così nel grande wok senza passare dall'acqua. E' una cucina poverissima fatta con  pochi ingredienti e molto veloce. Mentre noi ce ne stavamo  sdraiati sui loro divani a riposarci dal viaggio bevendo il loro the ladaki, fatto nella vecchie zangole di legno con il burro, loro acovacciate per terra ci preparavano questi meravigliosi noodles. Io mi incantavo a vedere come, in queste cucine, per noi occidentali improvvisate, uomini e donne si muovevano con una gran eleganza e una sapienza da veri cuochi: mescolando sapientemente sapori, spezie, e colori.





sabato 17 luglio 2010

Bucatini con alici fresche (masculini)



Stavolta sono io che sto per lasciarvi: a dire il vero dovrei già essere altrove, ma il caso ha voluto che il mio volo di oggi per Berlino fosse annullato!
Così, sbollita la rabbia e la delusione di chi si sentiva già in bocca il gusto amaro della birra Jever, c'è ancora il tempo di una ricetta, qualcosa di molto italiano e che sa di Sud, prima di volare verso il Nord.
Da una Bologna infuocata e poi da una Berlino un po' più fresca (non troppo, pare sia il luglio più caldo degli ultimi vent'anni - fortunata io!) un saluto da Rablù.

C'è, nella cottura delle cose, una -lo sai bene-
odorosa metamorfosi, quasi la cucina
fosse una morgue dove si rianimano

in forma di odore le vivande morte,
una sala operatoria che profuma, insieme,
della carne tagliata, rosolata, delle scorte

dei molluschi che s'aprono nei gusci,
rilasciando la loro acqua marina
in un vapore d'olio e aglio che li avvolge;

come lo sfarsi, al taglio di verdure,
della forma del frutto, nel colore
che spicca e di sé macchietta il tegame,

ogni pomodoro fatto a pezzi, ogni
peperone, ogni patata, carota,
mezzaluna di cipolla, ha lo speciale

suo segno nell'odore e nel colore
del frammento della cosa iniziale
che frigge e cuoce come un tritume astrale...

Gianni D'Elia


giovedì 15 luglio 2010

Pane indiano Chapati



Tornata finalmente dal mio lungo viaggio e piena di immagini, di suoni, profumi, sapori.
Inizio con una ricetta facile, facile, ma che, dopo tanto masala, spezie, sapori intensi è perfetta per riconciliarsi con la cucina indiana. Io che adoro le spezie e che metterei un pizzico di profumo ovunque qui mi sono dovuta ricredere e ogni volta che trovavo un piatto senza spezie il mio palato gorgogliava di piacere.
Qui, a Leh, il pane si fa per strada e si cuoce nei meravigliosi forni di pietra interrati. Questo che vedete nella foto era il mio fornaio preferito e il pane lo cucinava perfettamente e poi lo tirava su dal forno con un lungo uncino di ferro. C'era chi lo spennellava con un po' di burro fuso e chi invece lo lasciava al naturale, io chiaramente preferivo quello al naturale.
La ricetta è molto semplice: si prendono 250 grammi di farina e 150 dl di acqua, si mescola tutto e si impasta con forza almeno 15 minuti. Quando l'impasto è bello liscio, si mette in uno straccio e si lascia riposare per almeno un'ora a temperatura ambiente (lì avevamo 25 gradi). Si riprende l'impasto e si  fanno tante palline, una dozzina, della stessa misura e si stendono con un mattarello, poi si infilano nel forno interrato o su una padella antiaderente per una decina di minuti. Si toglie dalla padella quando è ben cotto e si è un po' gonfiato.Mangiato caldo è una delizia.
Tutto si faceva per strada, anche il lavaggio dei tegami e dei piatti che erano tutti in alluminio, anche perchè rompere un piatto di ceramica a 3600 metri e riuscire a riportarlo, attraverso i passi innevati, in breve e senza romperlo era una vera impresa. Noi per passare un valico di 5000 metri abbiamo impiegato due giorni e due notti.

Siccome eravamo al confine con il Tibet e a Leh le persone sono buddhiste,vi allego un po'di immagini molto intense per farvi entrare in questa meravigliosa atmosfera.
Mani di pietre dove ognuno può mettere la sua pietra anche piccola e insignificante e dire una grazie,  un desiderio,  una preghiera con la speranza che venga accolta ed esaudita e bandiere colorate con sopra le preghiere che sventolano al cielo, fino ad arrivare a questi bellissimi libri di preghiere che si trovano nei monasteri. Noi abbiamo avuto la fortuna di entrare in una stanza dove c'erano alcune  persone che stavano resaturando questi libri.


giovedì 8 luglio 2010

Teglia di melanzane speziate


 Quello che trovate nell'orto in questo periodo: pomodori e melanzane, ma messi insieme in una ricetta dal sapore originale e, pare, anche afrodisiaca!

Ballata

Se ne vedono nel mondo
che son osti... cavadenti
boja, eccetera... (o, secondo
le fortune grand'Orienti).
C'è chi taglia e cuce brache,
chi leoni addestra in gabbia,
chi va in cerca di lumache...

Io... fo buchi nella sabbia.

I poeti anime elette,
riman laudi e piagnistei
per l'amore di Giuliette
di cui mai sono i Romei!
I fedeli questurini
metton argini alla rabbia
dei colpevoli assassini...

Io... fo buchi nella sabbia.

Sento intorno sussurrarmi
che ci sono altri mestieri...
Bravi... A voi! Scolpite marmi,
combattete il beri-beri,
allevate ostriche a Chioggia,
filugelli in Cadenabbia,
fabbricate parapioggia

Io... fo buchi nella sabbia.

O cogliate la cicoria
e gli allori. A voi! Dio v'abbia
tutti quanti, in pace, e gloria!

Io... fo buchi nella sabbia.

Ernesto Ragazzoni