giovedì 29 settembre 2011

Gratin di verdure di fine estate/ Mavis Gallant, Un fiore sconosciuto



L'estate sta finendo cantavano i Righiera negli anni Ottanta,  mentre ora questa  estate settembrina  sembra  non voglia proprio andarsene. E il caldo fa venire voglia di fresche verdure in gratin. Mentre i Righiera cantano di amori passati che si trasformano in dolci nostalgie, c’è chi ha sondato l’animo umano e tutti i suoi possibili sentimenti, e quindi anche l’amore, con la durezza e la glacialità di un bisturi. Mavis Gallant presenta, nei suoi racconti Un fiore sconosciuto,  uomini e donne, attraverso la luce gelida e cruda della  realtà, le sue protagoniste sono continuamente disilluse dalla vita e i suoi personaggi sono sempre in attesa che succeda qualcosa: “Ero convinta che si sarebbe perdutamente innamorata di Hovard se solo avesse smesso di piovere. Attese, imperterrita, tempi migliori” E’ chiaro che se l’autrice invece di scegliere di vivere a Parigi avesse scelto Roma avrebbe avuto molte più possibilità di innamorarsi...
In queste vite tutte ordinate e ordinarie c’è sempre un momento, una illuminazione, una piccola crepa che mostra la verità della vita che si sta vivendo, le verità del proprio cuore.

venerdì 23 settembre 2011

Confettura di fichi d'India e Cointreau



Una confettura di fichi d'India (belli e impossibili!) con un'aggiunta mia...

Poi una poesia di Paul Muldoon, poeta irlandese che sarà ospite sabato al Poesia Festival delle Terre dei Castelli , un ricco festival poetico che si svolge ogni anno nei paesini della provincia di Modena. Fateci un salto se siete in zona!

Vento e albero

Come la gran parte del vento
accade là dove ci sono alberi,

così la gran parte del mondo è centrato
su noi stessi.

Spesso là dove il vento ha radunato
insieme gli alberi,

un albero ne prenderà
un altro tra le braccia e lo stringerà.

I loro rami che si strofinano
insieme follemente tra loro,

non è un vero fuoco,
Si stanno spezzando l’uno con l’altro.

Spesso penso che dovrei essere come
l’albero solitario, che non va da nessuna parte,

perché il mio braccio non potrebbe e non vorrebbe
rompere l’altrui. Eppure con le mie ossa rotte

sento che il tempo sta per cambiare.

Paul Muldoon

martedì 20 settembre 2011

Insalata di lenticchie di puy e riso selvaggio con vinaigrette al limone e menta



Cosa si nasconde dentro a questa ciotolina? Una meravigliosa e fresca insalata di lenticchie di puy, le mie preferite, con riso selvaggio. Per rendere però buonissimi questi due ingredienti atrimenti asssolutamente normali, basta aggiungere una fresca  vinaigrette. Se volete potete anche aggiungerci due gamberi di fiume, ma vi assicuro che anche così è straordinariamente buona.
.

Diciamo che in questa ricetta gli ingredienti vincenti sono la materia prima, che deve essere ottima e l'assoluta semplicità del condimento. Semplicità che troviamo anche in questa festa degli orti sinergici di Prunaro. Sembrava di essere tornati a quelle belle feste di paese dove tutti portavano qualcosa da mangaire e si festeggiava insieme. Bambini, adulti, esperti in sinergie e  non, si sono ritrovati insieme per festeggiare la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno.






 E per finire un bel fuoco magico....





sabato 17 settembre 2011

Torta di fichi neri e cannella con farina integrale


I fichi! Voglio dire....I FICHI! Non mi fido di quelli -pochi- che dicono che non adorano i fichi.Com'è possibile??
Vi propongo pertanto una torta di fichi neri, più morbidi e dolci di quelli verdi che invece per me sono perfetti da mangiare da soli o su una fetta di pane spalmata di certosa.
E insieme voglio consigliarvi un bellissimo libro di una giovane autrice tedesca, non ancora uscito in italiano e che però potete trovare in inglese -oltre che in tedesco- edito dalla Penguin.
Un libro che parla di isole lontane lontane, che l'autrice mai ha visto e mai vedrà, isole sperdute nel mare, su cui si può approdare arrivandoci col dito che usiamo per viaggiare su un mappamondo. E poi tutto è dato all'immaginazione...
Si intitola Atlas of Remote Islands ed è di Judith Schalansky, nata nel 1980 "nella parte sbagliata della Germania".


mercoledì 14 settembre 2011

Torta allo yogurt con pepite di cioccolato bianco- Diane Arbus, la fotografa della parte oscura


Eccoci tornati dopo una lunga pausa estiva su un'isola sperduta nell'Adriatico. L'isolamento era totale: niente macchine, niente motorini, niente negozi di souvenir, niente di niente, solo mare e fichi, capre e sardoni. Oltre agli infiniti bagni, ci sono state anche infinite letture. E tra le tante vi cosiglio un libro interessante su una grande fotografa americana, anzi direi la più grande fotografa americana: "Diane Arbus. Vita e morte di un genio della fotografia". Le sue foto, di freaks, prostitute, trans, diversi, hanno raccontato meglio di tantissime parole il mondo sotteraneo e nascosto di N.Y.C. e hanno cambiato completamente il modo di fare fotografia. La prima volta che ha esposto alcune sue foto, la gente indignata ci sputava sopra. Una delle sue foto più famose ha ispirato Kubrick  nel tratteggiare il volto inquietante delle gemelle in Shining.



Il volto identico ma allo stesso tempo diverso delle gemelle ci inquieta, ci mostra la parte oscura che in noi cerchiamo disperatamente di occultare, Diane Arbus aveva, con le sue foto, la capacità di mostrarci sempre l'inquietante, quello che non vorremmo vedere. Una sua grande maestra e anche grande amica  è stata una fotografa di cui io non sapevo assolutamente nulla e che mi ha fatto un grande piacere scoprire: Lisette Model
Le sue foto come quelle di Diane Arbus vanno alla ricerca dell'umanità diversa, cercano lo straordinario nell'ordinario. In questo suo autoritratto vediamo che cerca di cogliere non il bello ma ciò che sfugge all'umano e diventa altro.


















Di lei si diceva che faceva fotografie con tutto il corpo e anche dell'Arbus si potrebbe dire la stessa cosa; alcune  persone che sono state fotografate da lei ci dicono che saltellava, nascosta dalla macchina fotografica, sui corpi per cogliere il momento meno opportuno, la smorfia del viso, la disapprovazione...
E ora, dopo aver riempito gli occhi di immagini passiamo al corpo con una ricetta molto dolce, scovata in un blog che seguiamo sempre con molto piacere: Fragole a merenda.
Come sempre ci sono piccole modifiche ma la ricetta è quella classica del vasetto come misuratore.

venerdì 9 settembre 2011

Panzanella a modo mio / Berardino Perilli, pecore e endecasillabi


Cerco la casa cantoniera di Campotosto, sbaglio direzione più di una volta, incontro greggi di pecore che brucano i pochi ciuffi d'erba da un terreno secco, ma non trovo il gregge di Berardino, se non ben più tardi dell'ora fissata per l'appuntamento. Si sbaglia strada quando la conoscenza di certi luoghi, e di conseguenza la toponomastica, differiscono a seconda che si appartenga al gruppo degli autoctoni o a quello dei forestieri. Per me, forestiera pur se abruzzese proveniente dalla stessa provincia, Campotosto è una zona estesa, che comprende paese, lago, strade; per Berardino, che ci è nato, Campotosto - se detto così- è SOLO il paese.
Da quando finalmente riesco a trovarlo, per un'ora e mezza mi parla ora della vita da pastore iniziata sessant'anni fa, ora di piante, di animali, dell'Orlando furioso, della Gerusalemme liberata, dei poeti italiani del Risorgimento, di Trilussa, degli studi che ha potuto fare (la quinta elementare) e delle letture che poi ha fatto da solo, del primo vocabolario che si è comprato, dei libri che ha amato. Tutto insieme. Intervalla il racconto con la recitazione di ottave o terzine di endecasillabi da lui composte da tanti anni a questa parte. Il flusso è quello della narrazione orale che da una parola di un discorso prende il via per passare ad un altro, tendendo un filo che va dall'inizio alla fine della conversazione, dal mio primo "Salve" al "Ci vediamo presto per una cena" con cui ci congediamo.
Berardino Perilli, 75 anni, è uno dei pastori e poeti a braccio di una tradizione abruzzese e laziale iniziata chissà quanti anni fa e ha il fascino di uno che parla solo di ciò che ha ben osservato e la cui capacità mnemonica mette quasi soggezione. Un incontro che ricorderò a lungo.
E visto che siamo in tema di 150° anniversario dell'Unità d'Italia, trascrivo i versi del Giusti oggi citati da Berardino:

Il Buonsenso, che già fu caposcuola,
ora in parecchie scuole è morto affatto;
la Scienza sua figliuola
l'uccise, per veder com'era fatto.

Giuseppe Giusti, Epigrammi


E per gli ultimi sgoccioli di sole e afa, vi propongo questa ricetta leggerissima, attingendo dalla tradizione della cucina povera toscana.