sabato 23 marzo 2013

Biscotti Krumiri con farina di riso / Milibo Libros



Tra una settimana è Pasqua, ma in una settimana possono succedere mille cose se a Bologna sta per iniziare la Cinquantesima edizione  di Bologna Children's Book Fair. Questi biscotti alla farina di riso saranno perfetti come spezzamattino, spezzapomeriggio... Io non ho ancora capito perché alle fiere si debbano sempre trovare dei panini orribili e tutti uguali. Dagli autogrill alle fiere tutti hanno gli stessi ignobili panini. E quindi questi biscottini saranno perfetti mentre corro tra uno stand e l'altro.
Ieri sera abbiamo iniziato molto bene quello che si potrebbe chiamare il pre-fiera. Da zoo, un nuovo spazio dove si fanno mostre incontri laboratori con i bambini e in  futuro anche forno e pasticceria,  si è presentata una delle più interessanti case editrici indipendenti: Milimbo. Qui i libri si fanno con amore e prima ancora che diventino libri sono storie raccontate e ri-raccontate ai propri bambini. Per ogni libro, fatto con cura artigianale, ogni copia sembra essere unica, c'è dietro un lungo lavoro di ricerca e di studio e prima di diventare libri sono giochi tridimensionali. Il bosco di Haensel e Gretel è prima di tutto un grande bosco dove una bambina si perde, Cappuccetto Rosso è un grande gioco dell'oca dove si fa esperienza del perdersi e del ritrovarsi. Ogni libro è silenzioso, tanto sono storie che tutti conosciamo molto bene, ma, come diceva stasera l'editore, ogni libro è come una improvvisazione jazz. Ogni fiaba si trasforma in una improvvisazione che non è mai identica a se stessa. Solo alla fine arrivano poche e molto meditate parole.











lunedì 18 marzo 2013

Coniglio con crema di noci di Macadamia


Ogni tanto tra un dolce e un antipasto spunta anche un po' di carne, che è sempre meno presente ormai nella mia cucina. Ma quando si ha una zia che di conigli ne ha tantissimi, allora ogni tanto un buon coniglio arrosto non fa di certo male. Per questa ricetta ho utilizzato il metodo classico della marinatura del coniglio che si usa sia per frollarlo che per rendere la carne più bianca quando si vuole fare una bella cacciatora di coniglio con un bel sugo rosso di pomodoro. Mio padre che ama molto cucinare conigli, polli e faraone, fa anche una buonissima cacciatora con i peperoni oltre che i pomodori. Ma io non amo i peperoni e poi volevo provare a mescolare ingredienti tipicamente tradizionali con ingredienti orientali:come lo zenzero e le noci di macadamia.  Le noci di macadamia vengono definite elisir di lunga vita, perché tra i semi oleosi sono quelli con più alto contenuto di acidi grassi mono-insaturi e ricchi di calcio e fosforo oltre che di vitamina A, B1 e B2 e infine contengono flavonoidi, preziosi antiossidanti naturali. Basta mangiare una o due noci al giorno e siete a posto per tutta la giornata.


martedì 12 marzo 2013

Palermo / Sicilia Queer Filmfestival / Polpo con patate




Se si parla di cibo di strada, Palermo è al primo posto: in realtà, secondo una recente classifica redatta dal VirtualTurist e pubblicata da Forbes, al quinto posto dopo Bangkok, Singapore, Menag e Marrakesh. Unica città italiana entrata nella top ten.
Mentre si passeggia  per strada o per i suoi rumorosissimi mercati, il desiderio di fermarsi un attimo a mangiare qualcosa è costante.  Tante le sollecitazioni visive, olfattive e di incredibili nomi che sanno di oriente e di magie culinarie: le arancine (e non arancini perché le cose buone a Palermo sono femmine), pane e panelle e arrascatura (per 1 euro e 50 le trovate buonissime al mercato di Ballarò nella parte alta), pani ca meusa (i migliori si trovano a Porta Carbone dal mitico “Nino ‘u ballerino”),  piccole croché e minuscole arancine deliziose che potete trovare dai Cuochini  (in via Ruggero Settimo) che non si chiamano cosí perché i cuochi sono piccini ma perché fanno tutto in porzioni ridotte.   Per strada e nei mercati potete trovare davvero di tutto, dalle stigghiole (budella di agnello lavate in acqua e sale, condite con prezzemolo con o senza cipolla, infilzate in uno spiedino e cucinate sulla brace),  “pani ca meusa” (una focaccia soffice farcita con milza di vitello, ritagli di polmone, esofago e fegato bianco, bollita e ripassata nello strutto servito singolo o maritato cioè con o senza ricotta),  il “quarume” (un bollito misto di trippa servito dentro i “coppi”, dei coni di carta pesante), lo “sfincione” (una pizza alta e morbidissima condita con pomodoro, cipolla, acciughe salate, caciocavallo e pangrattato),  le fritture “vastiddaru”, i cannoli pieni di ricotta, le cassate, le ravazzate..
Se poi ci si siede in una vecchia trattoria i nomi infiniti di piatti di paste e verdure vi ammalieranno prima ancora di averli assaggiati: caponata, pasta con i broccoli arriminati, bucatini al nero di seppia, pasta con l’anciova, pasta alla norma, pasta con le sarde, sfincioni di baccalà, i timballi di anellini, le sarde alla beccafico, la trigghiola…









Girando per i mercati di Palermo, Ballarò, Vucciria e Il Capo, la prima cosa che vi colpisce non sono le verdure straordinariamente grandi e introvabili nei nostri mercati o i pesci freschissimi che si muovono nelle ceste di vimini o sui tavoli di marmo o le infinite varietà delle olive che fanno bella mostra in piramidi colorate o gli incredibili pezzi di carne di manzo di cui non immaginavate la possibilità di essere commestibili (tette, piedi, milza, interiore) ma la prima cosa che vi colpisce è la musica, il canto continuo  (le “abbaniate”) che i mercanti in un dialogo di grida fanno tra di loro. E’ un vero e proprio canto,  e viene il  desiderio di chiudere gli occhi e di lasciarsi condurre da questo canto assaporando un bel panino con panelle appena fritte.
Ma io a Palermo non sono andata solo per mangiare ma per fare un intervento sui "Generi" in un festival di cinema molto particolare: il  Sicilia Queer Filmfest  che si apriva con una serie di attività culturali: un ciclo di conferenze, seminari, rassegne cinematografiche. Se avete voglia di farvi una vacanza a Palermo vi consiglio di andarci dal 31 Maggio al 6 Giugno. Qui trovate tutte le informazioni e il programma completo.


giovedì 7 marzo 2013

Pane di farro al kefir con pancetta e cipolla



Dal letto con l'influenza, vi propongo questo pane al kefir, yogurt tipico del Caucaso che si trova nei negozi di prodotti russi, ma ormai anche in alcuni supermercati. Gustoso se usato per accompagnare bocconcini di carne speziati o per condire insalate, è ottimo anche nella preparazione di pani conditi.

Aggiungo uno spezzone del film Fahreneit 451, su cui fa piacere tornare.


http://www.youtube.com/watch?v=k8OHwhZbHN8

lunedì 4 marzo 2013

Ciambella con pinoli e cioccolata


La settimana scorsa la neve ha imbiancato uno dei Festival di fumetto più interessanti a livello internazionale: Bilbolbul. Se per caso passate da Bologna in questi giorni  non perdetevi le tante mostre che sono ancora aperte, dal museo archeologico allo spazio Zoo, dal museo della musica alla galleria d'arte Ono. Girando per la città scoprirete nei luoghi più impensati mostre di fumetto, illustrazione, serigrafia.
La neve è scesa copiosa e ha imbiancato anche questa ciambella fatta con uova fresche,  tanto burro e dell'ottimo cioccolato fondente.


venerdì 1 marzo 2013

Brownies leggeri a base di ricotta


Ogni volta che metto piede in Inghilterra, non riesco a resistere ai brownies e di solito me ne faccio una scorta da portare a casa. Be', questi ci somigliano molto esteticamente, ma sono leggerissimi, visto che sono preparati solo con la ricotta e un po' d'olio. In questo modo il tè pomeridiano sarà piacevole, ma non troppo "colpevole".

Questa volta scelgo una poesia di Giorgio Caproni, che dice più o meno come mi sono sentita -e come forse ci siamo sentiti in tanti- lo scorso martedì, nella prima alba post-elettorale...

Dopo la notizia

Il vento… È rimasto il vento.
Un vento lasco, raso terra, e il foglio
(quel foglio di giornale) che il vento
muove su e giù sul grigio
dell’asfalto. Il vento
e nient’altro. Nemmeno
il cane di nessuno, che al vespro
sgusciava anche lui in chiesa
in questua d’un padrone. Nemmeno,
su quel tornante alto
sopra il ghiareto, lo scemo
che ogni volta correva
incontro alla corriera, a aspettare
diceva – se stesso, andato
a comprar senno. Il vento
e il grigio delle saracinesche
abbassate. Il grigio
del vento sull’asfalto. E il vuoto.
Il vuoto di quel foglio nel vento
analfabeta. Un vento
lasco e svogliato – un soffio
senz’anima, morto.
Nient’altro. Nemmeno lo sconforto.
Il vento e nient’altro. Un vento
spopolato. Quel vento,
là dove agostinianamente
più non cade tempo.

Giorgio Caproni