mercoledì 27 giugno 2012

Pasta al tonno fresco e asparagi/ Osnabrück di Mariagiorgia Ulbar



Quando si sta tanto tempo lontano dall'Italia, l'amore per la pasta cresce a dismisura. E così mi sono fatta una bella pasta tipicamente italiana e primaverile, con i prodotti presi nei mercatini di Campi Aperti, l'associazione che raccoglie tanti piccoli produttori e che riesce a saltare tutte le storture della Grande Produzione che genera sfruttamento e insensati profitti che non arrivano mai ai produttori.
Vicino a questa pasta fresca e molto estiva vorrei proporvi una plaquette di pochissime pagine ma di grande intensità.
Osnabrück, poemetto in versi che racconta di una strage avvenuta proprio a Osnabrueck,  una città nella regione del Niedersachsen, in Germania che tra il 1561 e il 1639 fu scenario di un’imponente caccia alle streghe. Oltre trecento donne furono processate per crimine di stregoneria e condannate al rogo. Ma mentre leggiamo questo atroce fatto  di cronaca  di violenza sulle donne, ci accorgiamo che si sta  parlando a noi oggi e delle  tante violenze che le donne giorno dopo giorno devono subire. Il libro è un'autoproduzione arricchita da alcune intense immagini di Andrea Bruno. Lo potete  trovare presso la libreria indipendente Inuit di cui presto vi parlerò, riguardo a una interessante operazione per sdoganare i libri dalle solite reti degli editori e distributori e per dare vita e voce a giovani autori molto interessanti che nel mercato editoriale non avrebbero nessuna possibilità di uscire.




Era sempre notte quell'anno
il nero dei boschi e le cantine
dove stavamo nascoste tutte insieme
grigie incenerite
di resti di fuochi attizzati per far luce
e un po' di caldo (...)

(Qui il testo intero)

mercoledì 20 giugno 2012

Tofu e coste di bietola con curry vert thai/ Stig Dagerman



Dopo lunghi viaggi, dopo essere passata dai 35 gradi di Policoro (piccola città sul mare della Basilicata del cui bel festival per bambini Baloon vi racconterò presto) ai 15 gradi di Stoccolma, dove ho trascorso più tempo nelle biblioteche che nei negozoi di souvenir, sono finalmente a casa e finalmente a cucinare. Quando si viaggia si ha il piacere di assaggiare i piatti locali e di mangiare -alcune volte anche bene, ma poi si sente sempre il desiderio di tornare a casa a mangiare le solite sane cose che ci prepariamo tutti i giorni. E quindi il tofu con le coste delle mie bietole dell'orto sinergico di Prunaro. Insieme a questa ricetta molto semplice di tofu vorrei segnalarvi un grande scrittore svedese (a Stoccolma mica potevo non leggere uno scrittore svedese): Stig Dagerman, anarchico, intelettuale di culto della letteratura nordica, considerato il "Camus svedese". La raccolta di racconti "I giochi della notte" inizia con due racconti d'infanzia,il primo che dà il titolo al libro racconta di avventure notturne (solo pensate e mai fatte davvero) di un bambino che vuole salvare il padre dall'alcolismo e dalla distruzione della coppia. Il secondo, un vero e proprio capolavoro, racconta una giornata di una famglia di contadini che aspettano il ritorno della sorella del nonno, stata per ben 30 anni in America. L'occhio che scruta e racconta è sempre quello di un bambino che nota le stranezze degli adulti e la loro incapacità di essere adulti. Bambini soli anche quando intorno a loro ci sono famiglie numerose. Nell'attesa il bambino che osserva vede dipanarsi davanti a sè tutte le età della vita, l'infanzia di cui lui è protagonista, la gioventù con i suoi amori, l'età adulta e le sue disperazioni, fino alla vecchiaia con i riti che si fanno sempre più necessari senza nessuno che però li comprenda.

 "Sei tu il ragazzo senza papà?"dice fra le altre cose, guardandomi a lungo in faccia.
Io chiudo un attimo gli occhi e stringo i denti. Posso anche capire che lo sappiano a scuola che sono senza papà ma che lo si sappia in tutta l'America! Mi pare spaventoso che non so come farò a sopportarlo."

Stig Dagerman, I giochi nella notte, Iperborea

sabato 16 giugno 2012

Gnocchi ripieni di formaggio con burro profumato di salvia e semi di papavero


Fare gli gnocchi è sempre difficile, bisogna avere le patate giuste e saper dosare perfettamente patate e farina. Gli gnocchi perfetti non devono sciogliesri in acqua ma nemmeno essere duri come i sassi. Per questo per questa ricetta ho utilizzato gli gnocchi al formaggio della Gastronomia Piccinini: se leggete la filosofia di questa azienda che da familiare è diventata una piccola azienda virtuosa, scoprirete come in Italia le eccellenze sono spesso piccole e poco visibili. Questi gnocchi hanno la giusta consistenza: morbidi dentro e sodi fuori. Visto che erano già ricchi di per sé, non ho fatto un sugo saporito che potesse coprirne i sapori ma un leggero burro profumato di salvia (presa direttamente dal mio orto sinergico) e li ho spolverati con una bella manciata di semi di papavero che hanno aggiunto al piatto un po' di consistenza.
Oltre a questi gnocchi vorrei consigliarvi un libro di racconti di una grande scrittrice di cui vi ho già parlato, perchè è l'autrice dei Mumin, incredibili personaggi di storie a fumetti e di narrativa: Tove Janson. Il libro è La barca e io edito da Iperborea, l'unica casa editrice che sceglie e pubblica grandi autori del nord d'europa. Il racconto di cui mi sono innamorata è "Il grande viaggio" e narra di due amiche che da sempre devono partire per fare il loro grande viaggio, che viene però rimandato di pagina in pagina. L'autrice, maestra dell'indagine dell'animo umano, traccia senza paura e con molta ironia le idiosincrasie del vivere umano, gli errori che si ripetono all'inifinito, i rituali che mettiamo in atto per difenderci da noi stessi e dalle persone che ci stanno più vicine. Leggetelo e anche voi vi innamorerete di questa grande scrittrice.

sabato 9 giugno 2012

Risotto con punte d'asparagi, ricotta essiccata e noce moscata


Io ho usato gli asparagi verdi per questo risotto, ma comunque mi piace l'idea di caricare questa poesia, letta tanti anni fa per la prima volta durante un corso universitario di letterature postcoloniali. Ricordo che mi colpì: era una poesia erotica scritta da una donna indiana, dunque vi trovavo l'alterità di una cultura di un paese così lontano e insieme mi riconoscevo in un pensiero carsico riferito al corpo.
Così: la letteratura, gli asparagi e mi è tornata in mente questa poesia.


Asparago bianco


Chi parla mai delle forti correnti
che scorrono nelle gambe, nei seni
di una donna incinta
al quarto mese?

È giovane, è la sua prima volta
è snella e la nausea è passata.
La pancia comincia a farsi tonda
i seni prudono tutto il giorno,

ed è sorpresa che quello che vuole
è lui
      di nuovo dentro di lei.
Oh vieni come un cavallo, vorrebbe dire,
muoviti come un cane, un lupo,
                   diventa un poppante cucciolo di leone.

Vieni qui, e qui, e qui,
ma nuota veloce e non ti fermare.

Chi parla mai del verde utero noce di cocco
i muscoli scoscesi, una profonda risacca
e il verde latte di cocco che sigilla
il suo pozzo, però scorre e la bagna
al suo tocco più lieve?

Chi capisce la logica
dietro questo desiderio?
Chi parla della montante marea
                    che risveglia
il suo sangue che lentamente ingrossa?
E la fame
           cruda ossessione che nasce
dalla forma dell’asparago:
bianco per mancanza di sole e venato di ombre porporine,
ne compra tre chili
di quelli grossi, più spessi di qualunque dito,
ne accarezza le teste seriche
alcune allegramente incappucciate...
          perfino l’odore la fa eccitare.

Sujata Bhatt

giovedì 7 giugno 2012

Crema di piselli senza piselli





In questo momento di grande crisi, anche i baccelli possono diventare una gustosa zuppa, buona sia calda che fredda con un po' di yogurt. Questa è la stagione delle  verdure e della  frutta che preferisco, adoro i piselli, gli asparagi, le ciliegie e le fave che sono perfette con il mio pecorino comprato in Abruzzo a Castrovalva di cui vi ho già parlato in un altro post. Questa crema mi è venuta in mente dopo aver sbucciato chili e chili di piselli che ho messo in freezer pronti per tutti i sughi che farò in questi giorni. Avevo sul tavolo un mucchio di bucce e non avevo nessuna voglia di buttarle e così è nata la zuppa di piselli senza piselli.