mercoledì 30 giugno 2010

Torta salata alle zucchine e timo



Hai dato il mio nome a un albero? Non è poco;
pure non mi rassegno a restar ombra, o tronco,
di un abbandono nel suburbio. Io il tuo
l'ho dato a un fiume, a un lungo incendio, al crudo
gioco della mia sorte, alla fiducia
sovrumana con cui parlasti al rospo
uscito dalla fogna, senza orrore o pietà
o tripudio, al respiro di quel forte
e morbido tuo labbro che riesce,
nominando, a creare; rospo fiore erba scoglio -
quercia pronta a spiegarsi su di noi
quando la pioggia spollina i carnosi
petali del trifoglio e il fuoco cresce.

Eugenio Montale


domenica 27 giugno 2010

Muffin allo yogurt e gocce di cioccolato


Mi dispero perché
non ho che poche erose scrofolose
parole, a darsi all'ozio intente,
che non sanno far niente.

Patrizia Valduga

Non fare oggi ciò che puoi fare domani. Una lezione estiva. Luna piena, il tempo scorre in indolenza e torpore.

lunedì 21 giugno 2010

Sarde e peperoni


Solstizio d'estate con pioggia e freddo, ma comunque solstizio d'estate. Nel colmo di giugno, nei campi assolati pieni di polvere, cosa mangiavano i contadini delle mie parti? Peperoni fritti e sarde fritte tra due fette di pane. Bicchiere di vino, sonnellino sotto un albero, vicino al cane similmente addormentato e poi di nuovo al lavoro.
Bisogna avere uno stomaco resistente, ma vi assicuro che questa ricetta merita!

Congresso internazionale della paura

Provvisoriamente non canteremo l'amore
che si rifugiò più in basso dei sotterranei.
Canteremo la paura, che sterilizza gli abbracci,
non canteremo l'odio perché questo non esiste,
esiste solo la paura, nostro padre e nostra compagna,
la paura grande del sertao, dei mari, dei deserti,
la paura dei soldati, la paura delle madri, la paura delle chiese,
canteremo la paura dei dittatori, la paura dei democratici,
canteremo la paura della morte e la paura del dopo la morte,
e poi moriremo di paura
e sopra le nostre tombe nasceranno fiori gialli e paurosi.

Carlos Drummond de Andrade

venerdì 18 giugno 2010

Clafoutis di fragole e menta



XLIII

Pedala lentamente verso il mare, tu
lasciati indietro l'agonia delle rose
e tutte le pile delle carte ammucchiate -

solo chi scrive sa quanta inadempienza
si accumula, per la propria passione,
e quanto rimorso e rinvio d'amore - presenza;

che tutto debba sfiorire e rifiorire
te lo dice di nuovo la stagione,
così come ogni giorno dice il nome

della nostra stessa matamorfosi
in sangue e feci, cibo e evacuazione;
e che l'eccesso è forma di mancanza

lo dice l'eros al corpo che avanza
nell'aria dello spazio dentro il tempo
ronzante in catena, filante al vento

che struscia la figura del momento
come un massaggio pieno di messaggio
a dire ancora che lo spazio è il centro;

e solo in questo fuori si può vivere,
con dentro incisa la stella d'utopia, scorrendo
in questa bassa stagione, controvia...

Gianni D'Elia

Il clafoutis è il dolce più semplice e veloce del mondo. Lo dico per coloro dai quali mi sento dire che le ricette di questo blog sono complicate!

lunedì 14 giugno 2010

Formaggio fritto (caciofritto)


A Nina che ha paura

Gli scricchiolii notturni e quel silenzio
irreale: foglie, voci lontane, uno sciacquìo
forse di grossi pesci nel lago. Anche la luna
che passa ha la sua voce
lunare, di capra gialla. Ed è il tuo turno,
stavolta, di vegliare
su me, sul mio respiro
che ogni poco svanisce nel buio.
Ma non pensarci, se puoi,
non preoccupartene;
so troppo bene cos'è svegliarsi di notte,
tendere invano l'orecchio, maledire
il nulla che ti attornia,
un muro inerte.

Fabio Pusterla

Per le notti strane che arrivano, sul far dell'estate, con strisce di luce chiara che, entrando dalla finestra, si poggiano su gambe, magliette e lenzuola. Certe notti non si dorme, perché quella luce è uguale ad un'altra, fissata nella memoria, di notti d'estate molto passate.

La ricetta che vi offro è semplice, una ricetta tradizionale che non manca mai su una tavola abruzzese. Pensando a quelli che si leccano i baffi solo a sentirlo nominare e non gli sanno resistere.

venerdì 11 giugno 2010

Pollo speziato alla marocchina


La nostra amica Lea è partita.
Qui c'è molto caldo e, sudando sudando, sotto questo sole, ho fatto associazioni mentali:
caldo>Oriente>poesia persiana>Annemarie Schwarzenbach.

Vi propongo una ricetta di pollo alla marocchina, con limoni in salamoia e olive greche. La pentola migliore per cucinarlo sarebbe il tajine di terracotta (lo trovate nei negozi arabi), ma se non lo avete potete usare una normale pentola un po' profonda con un coperchio.
Questa è stata la mia prima associazione col caldo a cui è seguito il ricordo di alcuni versi, letti un paio di anni fa, del poeta persiano Sa'adi.

Peregrinai per tutto il vasto mondo

mi accompagnai a tutti dappertutto

esplorai ogni luogo dove fui

raccolsi spighe in tutti i campi arati

ma il più bello e il migliore che io vidi

fu il divino paese del tuo sguardo.


Versi bellissimi che, dal racconto biografico che ci fa Melania Mazzucco, Annemarie Schwarzenbach, scrittrice e fotografa, scriveva alla sua amica e amata Erika Mann.
Annemarie Schwarzenbach è un personaggio affascinante, misterioso, per molto tempo dimenticato. Cercate notizie su di lei, cercate le sue foto e leggetene i racconti nella raccolta La gabbia dei falconi. La biografia di cui parlavo sopra invece è Lei così amata, Melania Mazzucco, Edizioni Bur.



mercoledì 9 giugno 2010

Saluti dal Ladakh


Poiché sono in partenza per un lungo viaggio in India volevo salutarvi tutti e lasciarvi alcune bellissime foto che ha fatto un mio caro amico, giardiniere pedagogista, Paolo, in un meraviglioso giardino che si trova a due passi da Bologna. Di questo giardino/bosco vi parlerò meglio in un prossimo post, per ora vi dico solo che è stupendo e che è curato da una fata giardiniera che ha scritto anche bellissimi libri.
Comunque per le ricette e le poesie resta Rablù che tutti i giorni vi posterà meraviglie.

domenica 6 giugno 2010

Cicchetti a Venezia: Gamberi in saòr, Ricotta affumicata con finocchio selvatico e pinoli, Baccalà mantecato


Come già sapete (vedi ricetta delle puntarelle a Roma) ogni tanto lo staff di Pampelmuse si prende una vacanza e va a fare un sopralluogo, culinario e non solo, in giro per il mondo.

Questa volta la città prescelta è stata Venezia e a Venezia la nostra ricerca era sui cicchetti.
Assaggiati in ogni dove, siamo arrivati al Bottegon, una vecchia vineria con vista canale, da come si può vedere anche nella foto. Qui ci ha accolto la signora Alessandra De Respinis, moglie dell’oste, che dei cicchetti ha fatto la sua ragion d’essere. Dopo aver provato alcuni dei suoi strabilianti cicchetti, gamberetti in saòr, baccalà mantecato con cappuccia, radicchio di Treviso e patè di olive nere, ricotta affumicata con finocchio selvatico e pinoli, …abbiamo scoperto che ha anche scritto un piccolissimo libro (Il cicchettario, edito da Peliti Associati) con dentro i suoi ben 65 modi (dice lei con orgoglio) di fare i cicchetti.
“La voglia di cambiare un po’ i cicchetti mi è venuta così dal nulla, dal piacere di creare qualcosa di nuovo”, è questa la filosofia della signora Alessandra ed è una filosofia culinaria che noi di Pampelmuse abbracciamo fiduciose. A Venezia abbiamo anche assaggiato lo spritz con il Select che ha un gusto assai diverso sia dal Campari che dall’Aperol, con note di chinino ed è molto buono.
È stata una vacanza fortunata, c’era il sole, abbiamo incontrato donne molto interessanti, e fatto lunghissime passeggiate oltre che un' ottima cena in una piccola osteria, di quelle con le tovaglie a quadretti bianche e rosse e che cucinano solo pesce fresco (i tagliolini con le mazzancolle erano strepitosi e la polenta con le schie, che sono microgameberetti di laguna, una meraviglia). Il locale si chiama Quattro Ferri ed è nei pressi di campo S. Barnaba.

mercoledì 2 giugno 2010

Crostata di albicocche



Sempre alla festa della bottega di Donato oltre alle torte salate ho portato anche delle belle crostate. Questa è la mia preferita perchè l'acidulo della marmellata di albicocche si abbina perfettamente alla burrosità dolce della pasta frolla. La marmellata mi arriva da lontano, è un regalo della mamma di un'amica ed è perfetta per le crostate perchè non è assolutamente asciutta ma liquida al punto giusto.
La crostata è un classico dolce italiano, si trova in tutte le case sia dei contadini che dei ricchi borghesi. Si può mangiare a colazione con il caffè o nel pomeriggio per la pausa tè ma non appesantisce nemmeno un fine pranzo. Io me la ricordo nel cestino da pic-nic quando a fine pranzo si tirava fuori il "burazzo" a quadretti, solitamente bianco e rosso, e dentro c'era la crostata, il dolce più amato da noi bambini.