lunedì 29 agosto 2011

Chicken Curry/ Il Sussex in giorni piovosi d'estate




Hastings è una piccola cittadina nel Sussex, un posto di casette basse, vecchi ristoranti che servono pesce fritto, negozi di antiquariato. La pioggia cade e la temperatura si mantiene bassa anche d'estate. Di mattina si sente la voce dei gabbiani e si vede il mare che si è ritirato, lasciando umida e scura un'ampia parte di spiaggia. Il molo si staglia scuro e bruciacchiato, abbandonato dopo l'incendio del 2010, stessa sorte del molo di Brighton. A pochi km a ovest di Hastings, si incontra la bianca scogliera delle Seven Sisters e il faro di Beachy Head, il famoso faro di Virginia Woolf.
In questi luoghi, in un'atmosfera grigia ma profonda, ho camminato a lungo e assorbito un po' di Inghilterra, fatta di cielo plumbeo e erba verde intenso, mare blu cobalto e roccia bianca di conchiglie. Ho assaporato la friabilità degli scones con l'uvetta, la densità delle birre a pompa e anche la sapidità di certi piatti speziati e il sapore erbaceo e forte dei tè neri delle isole indiane. Spezie e tè, risorse di paesi lontani, che hanno fatto ricco uno stato imperialista. L'importante è ricordarselo e rivolgere un grazie nel pensiero a quei posti.




(...) Qui, l'intersezione del momento senza tempo
è l'Inghiterra e nessun luogo. Mai e sempre. (...)

T.S.Eliot, Four Quartets

Così vi lascio, con queste foto e questi versi e il consiglio di leggere Al faro di Virginia Woolf .

martedì 23 agosto 2011

Crema di melanzane e menta


Un'altra gita in barca su Fulvia x mari e un altro spuntino pomeridiano. Questa volta ho preparato una crema di melanzane molto estiva da mettere sulle friselline integrali e poi abbiamo mangiato pomodori a fette, una caciotta mista e pesche zuccherate con vino moscato. A sera, al porto, anche un assaggio di un fantastico aceto balsamico fatto in casa da un signore modenese, il capitano di Clitia, un'altra barca a vela.
Dopo queste esperienze le conclusioni che tiro sono che in barca a vela:
- si guarda la terra da un altro punto di vista,
- si capisce che noi uomini viviamo in balìa degli elementi (provate ad andare per mare senza vento e vedete se ci riuscite!);
- si capisce che ciò che sembra sempre uguale (come ad esempio una distesa d'acqua o un cielo notturno), se guardato a lungo non lo è affatto;
- si impara come in uno spazio ristretto si tende verso l'armonia dei movimenti;
- si impara a collaborare;
- si impara che la forma è sostanza (guardate i nodi!)
- si gode il silenzio;
- si mangia e si beve con gusto;
- si affina l'eleganza.


Vi saluto con un consiglio di lettura che si addice all'argomento: Il Milione di Marco Polo.

sabato 20 agosto 2011

Panna cotta al miele di girasole con frutti di bosco appena colti


Eccoci qua pronti per partire per un'isola isolatissima che non si trova sulle guide e sulla quale anche su internet c'è poco. Il nome dell'isola, chiaramente, resterà un segreto altrimenti perderebbe la sua aura misteriosa. Prima di partire vi lascio in compagnia di un dolce freschissimo per le serate d'estate, veloce per le cene improvvisate, delicatissimo per i momenti di coccole. Anche per questa panna cotta dolce, come per quella salata non ho usato colla di pesce ma fiocchi leggerissimi di agar-agar, che rende tutto molto più vellutato e leggero.
E nelle  vostre lunghe giornate al mare sotto l'ombrellone vi consiglio un bel libro per ragazzi adatto anche agli adulti di una grande autrice americana, E.L. Konisburg, Un'estate nella città vecchia.  Racconta di una ragazza che spedita a fare le vacanze in un campeggio decide di non accogliere, senza un proprio pensiero critico, tutte le attività che gli organizzatori hanno pensato per lei. Inizia così la sua lotta, molto silenziosa alla Bartleby, dichiarando continuamente che "preferisce di no". Recuperata da uno dei due prozii molto eccentrici scoprirà che a csa le cose non stanno andando molto bene e sarà necessario un suo intervento, con l'aiuto di molte persone, per riuscire a risolvere alcuni problemi. E' un libro molto difficile se pensiamo ai libri per ragazzi che stanno uscendo oggi, è un libro molto coraggioso che ci presenta personaggi strani, poco attuali ma molto, molto autentici. E' un libro per tutti che mostra quanto è importante lottare per sè, per le proprie idee e per la libertà di essere se stessi. Tutti siamo chiamati a lottare, nessuno escluso.
Ora una bella frase che piacerà sicuramente anche a Rablù.

"Prima di essere parte del vocabolario, le parole possono essere parte dell'anima."

E ora la ricetta.

martedì 16 agosto 2011

Percoche sciroppate


Tra un colpo di caldo umido e un acquazzone di metà agosto, si inizia a preparare qualche conserva. A me piacciono le pesche sciroppate, da sole, con il gelato o con lo yogurt greco e dunque me le devo preparare!
Intanto leggo le poesie della Bachmann e ve ne trascrivo una che mi sembra particolarmente adatta a questi tempi di governi che si mordono la coda, piraterie, aria tesa e dilagante mutismo.

Legno e schegge

Dei calabroni non farò parola,
perché è facile riconoscerli.
E anche le rivoluzioni in corso
non sono pericolose.
La morte a seguito del frastuono
è ormai decisa da sempre.

Ma guardati dalle celebrità effimere
e dalle donne, dai cacciatori domenicali,
dai cosmetisti, dagli indecisi, dai bene intenzionati,
che nessun disprezzo riesce a scalfire.

Dai boschi recammo sterpi e tronchi,
e il sole a lungo tardò a sorgere per noi.
Inebriata da sequele cartacee
non riconosco più i rami,
né il muschio, che fermenta in cupi inchiostri,
né la parola, nelle cortecce incisa,
schietta e temeraria.

Logorìo di fogli, nastri registrati,
cartelloni neri... Giorno e notte
freme, dovunque sotto le stelle,
la macchina della fede. Ma nel legno,
fintanto ch'è verde, e con la bile,
fintanto ch'è amara, sono intenzionata
a scrivere quello che fu in principio!

Badate a mantenervi all'erta!

La traccia delle schegge volate è inseguita
dallo sciame dei  calabroni
e intanto alla fontana
si ribella alla seduzione,
che un tempo ci ha fiaccati,
la chioma.

Ingeborg Bachmann


giovedì 11 agosto 2011

Peperoni con l'uovo - Spuntino pomeridiano in barca


Fulvia veleggia placida a largo di Giulianova, Cologna e Roseto degli Abruzzi. C'è un leggero Scirocco che spira da Sud-Est e Maria Elettra, il suo capitano, sta al timone e intanto fa considerazioni sul vento, racconta delle tante tipologie di onde che esistono, narra di una traversata verso la Croazia e srotola affascinanti carte nautiche. Il sole forte del pomeriggio si va smorzando in un tramonto di rossi tenui e poi cala la notte. Con la prima stella della sera rientriamo in porto, morbidi sull'acqua.

La ricetta è tipica abruzzese e Mariella l'ha preparata per i crostini che abbiamo gustato con una birra croata molto amara!


 Due sogni

Due sogni. Il primo chiedeva,
come è ora il tuo viso:
è ciò che il tuo labbro diceva,
o che singhiozzando fu osato
all'imbrunir della luce?

Più chiaro il secondo ti vide:
una rosa o un trifoglio
tenero, dolce, - un mirabile
primigenio custode di mondi
delle marine forme di conchiglia.

Dovrà ancora un terzo venire?
Greve questo sarebbe di pena:
sogno dalla conchiglia albeggiato,
dai flutti rapita conchiglia,
via, verso un altro mare.

Gottfried Benn

sabato 6 agosto 2011

Esse al cioccolato / Luce Irigaray


Pronti per le vacanze, pronti per andare per mare e montagne con un sacchettino di ottimi biscotti al cioccolato buoni sia dopo un bagno ristoratore che una lunga passeggiata sui monti. Oggi ho, finalmente,  iniziato le mie vacanze e presto me ne andrò su un' isola sperduta, così sperduta che non l'ho nemmeno ancora trovata.
Mentre mangiavo questi squisiti biscottini leggevo un libro molto interessante di una grande filosofa e psicoanalista, Luce Irigaray,  che ha scritto diversi saggi sia sul "Genere" che sul "Femminile". Questo però è un saggio molto particolare in cui racconta la sua esperienza di donna occidentale che incontra casualmente la pratica Yoga e inizia un percorso yogico  dove Occidente e Oriente si incontrano, o meglio dove lei diventa ponte per far incontare queste culture diverse. In questo libro si parla di energia e respiro,  di parole e silenzio, e dell'amore come energia che l'uomo possiede per migliorare se stesso e il mondo che lo circonda. Quello che la Irigaray cerca di dirci, in questo breve saggio, è che la nostra energia, che la cultura occidentale ha cercato sempre di reprimere, va assolutamente liberata e per farlo un ottimo strumento è la pratica della respirazione e della meditazione yogica.
Titolo del libro: Una nuova cultura dell'energia. Al di là di Oriente e Occidente.

" L'amore è ciò di cui siamo responsabili, in noi fra noi, per portare a compimento la nostra umanità. Penso che non ci sia un'altra strada possibile. Bisogna però concepire l'amore come il gesto più globale, quello che può incarnarci nella maniera più piena. Un simile amore, necessariamente reciproco, esige la necesità di non nuocere. Nell'amore  per giungere a uno scambio è infatti necessario evitare ogni comportamento che potrebbe nuocere all'uno o all'altro. L'amore reciproco richiede innazitutto un mutuo rispetto, non formale, ma assoluto nei confronti della vita e dell'esistenza di ognuno. La condivisione dell'amore può avvenire solo quando due esseri si incontrano nel rispetto dell'integrità di ciascuno di loro. L'amore arriva allora come una sorta di pienezza , fedele alle radici di ognuno"

E niente è meglio di un bel biscotto al cioccolato quando si parla di amore.... e come potete vedere non sono rimaste che le briciole...


giovedì 4 agosto 2011

Orate al cartoccio con ripieno saporito di mandorle, olive nere e pan grattato


In certi posti di mare sulla costa adriatica in un quarto d'ora di spostamenti in bicicletta si fa tutto: la colazione da Mauro (Via Archimede 49 - Tortoreto Lido ), il giornale, la cartoleria per penna e fogli, le Poste e infine il pesce fresco per il pranzo. Intanto il sole, in questo agosto abruzzese, va e viene, la spiaggia resta un luogo che si staglia all'orizzonte, la pelle si conserva nipponicamente candida e i bagni sono così rari da rivestirsi di un alone di magia e meraviglia e finire per assomigliare, nella fantasia, più a nascite di Venere che a ciò che sono: uno sguazzare in acque un po' torbide su fondi sabbiosi alla mercé di medusette e ragnòli.
Oggi ho comprato due orate e le ho preparate alla maniera dei pigri: al cartoccio. Di cartocci se ne possono inventare infiniti tipi  e questo con le mandorle, le olive, il prezzemolo e l'aglio è uno e -parola mia- è da leccarsi i baffi (chi non ce li ha?!?).

Una poesia di Mandel'stam, poeta russo in cui mi sono immersa in quest'ultimo periodo.
Qui la sua fascinazione per Roma.


Natura è uguale a Roma, e la riflette un'Urbe
del cui civico imperio ravvisiamo le immagini
nell'aria trasparente, come in un circo azzurro,
lungo un fòro di campi, un colonnato d'alberi.

Natura è uguale a Roma, e che motivo esiste
di reinquietare gli dèi invano? Per gli auspici
sulla guerra ci sono interiora di vittime;
e schiavi per il silenzio, pietre per gli edifici.

Osip Mandel'stam

lunedì 1 agosto 2011

I biscotti di Maria Luisa - Scanno (AQ)


A volte noi di Pampelmuse ci incontriamo in qualche speciale altrove. Stavolta nell'Abruzzo più interno, sulla Maiella, la montagna madre piena di eremi e misteri.
Così, in tre giorni, abbiamo percorso le strade che ci hanno portate dal mare a Cocullo, il paese dei serpenti, dove abbiamo pranzato al sacco con olive all'ascolana e pane e formaggio fritto; poi Scanno, il paese fotografato da Henri Cartier-Bresson e Giacomelli (qui sopra una donna nel vestito tipico di tutti i giorni, fotografata da me!), poi a Castrovalva, il paese disegnato da Escher e in seguito lungo la Ss 17 fino a Santo Stefano di Sessanio, Campo Imperatore e infine L'Aquila.
A Scanno abbiamo avuto la fortuna di pernottare nello splendido B&B Le Rocce di Scanno, incastonato nella pietra in mezzo al bosco, e Maria Luisa, la proprietaria, che prepara una gustosissima colazione di muffin, marmellate, succhi di frutta e burro fatti in casa, ci ha regalato la ricetta dei suoi fantastici biscottini.
Ve la lascio, insieme a qualche foto della casa e alla poesia che ci ha detto di amare di più.


 

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi e’ infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza
per l’incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette
almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente
chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o
della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto
prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono
qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una splendida felicita’.

Martha Medeiros (impropriamente attribuita a Neruda)