Dopo una corsetta in mezzo a piante e pollini (si fa doppio esercizio, così: si corre e intanto ci si fanno i muscoli sulle braccia a forza di grattarsi per le varie allergie) si torna a casa e ci attende una bella pasta primaverile, che sa tanto di centro Italia.
Se penso alle fave, penso a quelle belle piante verdi a cui stanno appesi i baccelli, che si vedono dalle strade di campagna un po' dismesse e mi investe il senso di solitudine pacifica, rimuginante e avventurosa da cane sciolto che di solito accompagna le passeggiate che si fanno sul far dell'estate.
E le associo subito a Sandro Penna.
Con il cielo coperto e con l'aria monotona
grassa di assenti rumori lontani
nella mia età di mezzo (né giovane né vecchia)
nella stagione incerta, nell'ora più chiara
cosa venivo io a fare con voi sassi e barattoli vuoti?
L'amore era lontano o era in ogni cosa?
Sandro Penna
Ingredienti (per 2 persone):
160 g di mezze maniche rigate
4 pugni di fave fresche tolte dal baccello e senza bucce (circa 100 g)
40 g di pecorino abruzzese stagionato grattugiato
una fettina di cipolla a dadini
pepe
sale
olio
In un tegame far soffriggere la cipolla con 4/5 cucchiai d'olio d'oliva, poi aggiungere le fave e lasciarle andare per una decina di minuti aggiungendo qualche cucchiaio d'acqua e coprendole con un coperchio.
Lessare le mezze maniche e tirarle fuori molto al dente. Nel frattempo in una ciotola mettere il pecorino e mescolarlo con qualche cucchiaio d'acqua di cottura fino ad ottenere una cremina abbastanza liquida. Aggiungerla alla pasta, far saltare tutto insieme e servire con una spolverata di pepe.
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