lunedì 9 luglio 2012
Spaghetti con barba del Negus, olive greche, tonno e limone
Dalle mie parti la barba del Negus si chiama "misericordia" e in generale questa verdura cambia nome a seconda del luogo. Provo una forte attrazione per quest'erba, per i suoi nomi cangianti, per la consistenza che ha, la forma.
Ho pensato di prepararci uno spaghettino veloce e fresco, da gustare mentre fuori imperversano Caronte e Minosse, abbinandoci un leggerissimo vino freddo tipo Trebbiano o acqua ghiacciata con fette di limone e limetta.
Inoltre voglio farvi conoscere Abdulah Sidran, poeta bosniaco, con il brano di una poesia tratta dalla raccolta Il grasso di lepre, Edizioni Casagrande, con una mia foto di Sarajevo dall'alto, scattata anni fa durante un bellissimo viaggio in macchina attraverso Croazia, Bosnia e Serbia, posti ancora fortemente segnati da Storia e guerra e, per questo motivo, fortemente "narranti".
Questa notte è irreale, silenziosa come l'inferno
che non esiste. Il mondo, le case, le cose
sono annegati nell'olio. E' il momento giusto per gli irresoluti:
bisogna scendere in punta di piedi per le scale marce,
bisogna toccare con la mano questo muro, quest'olio,
bisogna dire: Andiamo, anima mia, a prendere le armi!
(...)
Abdulah Sidran, da "Gavrilo vaneggia nella notte alla vigilia dello sparo"
Ingredienti (per 2 persone):
180 g di spaghetti
un mazzetto di barba del Negus
il succo di mezzo limone e qualche scorzetta
otto olive greche
100 g di tonno all'olio d'oliva
due acciughe
olio
sale
pepe nero
Lessare la barba del Negus, togliere le parti più dure e tagliuzzare. In un tegame con tre cucchiai d'olio, far sciogliere le acciughe, poi aggiungere il tonno, le olive denocciolate e tagliate e il succo del limone, far sfrigolare un po' e infine saltarci insieme la Barba del Negus.
Lessare gli spaghetti e passarli nel tegame lasciando tre o quattro cucchiai d'acqua di cottura. Aggiungere le scorzette di limone e una spolverata di pepe nero.
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