mercoledì 24 marzo 2010

Crostata a pois con cioccolato e crema leggera all'arancia


Ho voluto mettere insieme le arance di Sicilia e la cioccolata regalatami da un amico tedesco. Abbiamo salutato l'inverno, la luce va aumentando, si inizia la fotosintesi che fa bene all'umore...
E in questo tourbillon di bellezza e sollievo primaverili, io vi posto una poesia di Pasolini, il Frammento alla morte. Perché sì.

Frammento alla morte

Vengo da te e torno a te,
sentimento nato con la luce, col caldo,
battezzato quando il vagito era gioia,
riconosciuto in Pier Paolo
all'origine di una smaniosa epopea:
ho camminato alla luce della storia,
ma, sempre, il mio essere fu eroico,
sotto il tuo dominio, intimo pensiero.
Si coagulava nella tua scia di luce
nelle atroci sfiducie
della tua fiamma, ogni atto vero
del mondo, di quella
storia: e in essa si verificava intero,
vi perdeva la vita per riaverla:
e la vita era reale solo se bella...

La furia della confessione,
prima, poi la furia della chiarezza:
era da te che nasceva, ipocrita, oscuro
sentimento! E adesso,
accusino pure ogni mia passione,
m'infanghino, mi dicano informe, im
puro
ossesso, dilettante, spergiuro:
tu mi isoli, mi dai la certezza della vita:
sono nel rogo, gioco la carta del fuoco,
e vinco, questo mio poco,
immenso bene, vinco quest'infinita,
misera mia pietà
che mi rende anche la giusta ira amica:
posso farlo, perché ti ho troppo patita!

Torno a te, come torna
un emigrato al suo paese e lo riscopre:
ho fatto fortuna (nell'intelletto)
e sono felice, proprio
com'ero un tempo, destituito di norma.
Una nera rabbia di poesia nel petto.
Una pazza vecchiaia di giovinetto.
Una volta la tua gioia era confusa
con il terrore, è vero, e ora
quasi con altra gioia,
livida, arida: la mia passione delusa.
Mi fai ora davvero paura,
perché mi sei davvero vicina, inclusa
nel mio stato di rabbia, di oscura
fame, di ansia quasi di nuova creatura.

Sono sano, come vuoi tu,
la nevrosi mi ramifica accanto,
l'esaurimento mi inaridisce, ma
non mi ha: al mio fianco
ride l'ultima luce di gioventù.
Ho avuto tutto quello che volevo,
ormai:
sono anzi andato anche più in là
di certe speranze del mondo: svuotato,
eccoti lì, dentro di me, che empi
il mio tempo e i tempi.
Sono stato razionale e sono stato
irrazionale: fino in fondo.
E ora... ah, il deserto assordato
dal vento, lo stupendo e immondo
sole dell'Africa che illumina il mondo.

Africa! Unica mia
alternativa

Pier Paolo Pasolini


Ingredienti (per una torta del diametro di 28-30 cm):


Per la pasta frolla:
250 g di farina 00
un uovo intero 
100 g di burro
100 g di zucchero
un pizzico di sale
la buccia di un limone grattugiato

Per la crema:
150 g di zucchero
30 g di fecola di patate
200 cc d'acqua
1 piccola arancia non trattata
1 uovo
mezza tazzina di cognac (se si vuole)

100 g di cioccolata fondente
quattro cucchiai di latte
mezzo cucchiaio di farina
1 uovo

In un tegame sbattere l'uovo con lo zucchero e la fecola. Aggiungere l'acqua, la scorza, il succo d'arancia e il cognac. Mettere il tegame sul fuoco e far cuocere a fuoco basso fino a che la crema non si sarà addensata.
Disporre la farina su un ripiano e amalgamare il burro a pezzetti freddo di frigo sfarinando con le dita. Quando il burro sarà assorbito, mettere in un buco al centro lo zucchero, l'uovo e il pizzico di sale e impastare. Amalgamare velocemente gli ingredienti, buttando la farina dai lati verso l’interno. Formare una palla e lasciarla riposare per 1 ora in frigo, avvolta in un panno.
In un tegamino, sciogliere la cioccolata con il latte, amalgamare l'uovo e la farina fuori dal fuoco.
Rivestire una teglia rotonda con della carta da forno, stendere la pasta frolla (lasciandone un po' per fare i dischetti di decorazione) con una matterello formando un disco un po' più largo della teglia; mettere il disco nella teglia, versare la cioccolata spalmandola in maniera regolare su tutta la superficie, poi versare la crema all'arancia. Infine stendere la pasta frolla avanzata, ritagliare dei piccoli dischetti con uno stampino e decorare con questi la superficie.
Cuocere in forno per circa 30 minuti (fino a che la pasta non sarà dorata) a 180°C.
Servire fredda di frigo e spolverata con dello zucchero a velo.

2 commenti:

  1. Requiem

    (a Pablo Neruda)



    Piuma erotica,

    sensuale ondeggiare,

    virtuoso silenzio che accompagna

    la tua discesa soffice, soffice

    come le parole del vento che suonano

    questa tua danza macabra, quasi immobile,

    leggiadra nuvola, libellula rosa, sinuosa,

    sinuosa come il suo corpo,

    come il suo corpo che si stende,

    che striscia e si avvinghia a monti di pelle

    fino a scendere giù , giù a sporcarsi

    e riscaldarsi tra fiumi di miele bianco.

    Ma piuma erotica, granito senza peso,

    perché mi guardi? Cosa vuoi?

    Perché ancora non sei terra battuta

    o sasso di ruscello?



    (Puoi tardare, ma non rimandare)



    Io l'ho visto in lei,

    io lo vedo da questa finestra

    mentre getto gli ultimi sbuffi di sigaretta,

    di questo grigio fuggire abbracciato alla vita.

    Lo vedo in te col tuo cadere.

    Lo vedo ovunque.



    (Questo vuoi dirmi?)



    La fine, passo dopo passo, in tutto,

    semplice, amata, scontata fine.



    (Questo vuoi dirmi)

    Benny Nonasky

    Da "Nelle trasparenze caotiche di nuvola perpetua"

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  2. Grazie per il tuo poetico commento, Benny! Ci voleva. Chissà se hai provato anche la crostata...

    RispondiElimina

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