sabato 15 gennaio 2011

Torta rustica con lonza a dadini, primo sale e pesto genovese


Sia chiaro: per me la lonza è quel salume perlopiù magro (capocollo) con intorno una retìna. So che al nord con la parola lonza si intende un altro genere di salume, ma insomma vi ho spiegato cos'è per me.
Semplicissima torta rustica che ho fatto un giorno con quel che trovavo nel frigo: bisogna essere bravi a gestire "quel che resta", sempre!

Poesia malata


Ci deve essere un'epidemia

anche questa mia poesia appena nata

si è già bell'e malata.

Appena tu l'hai letta distaccatamente

senza fermarti e senza dirle niente

si è sentita girare un po' la testa si è appoggiata

si è svestita si è messa a letto

dice che è malata.

Ha guardato un po' le cose intorno distrattamente

poi ha chiuso gli occhi e non ha più detto niente

come Mimì finge di dormire

per poter con te sola restare

sta lì così melodrammaticamente

sta lì così senza dire niente

già così ridicola e disperata

appena appena nata.


Vivian Lamarque

Ingredienti:

Per la pasta:
200 g di farina 00
100 g di burro
70 ml di acqua gelata

Per il ripieno:
200 g di formaggio primo sale e 150 g si ricotta
250 g di lonza tagliata a dadini
1 uovo
tre cucchiai di pesto
pepe

Lavorare la farina con il burro freddo di frigo e tagliato a dadini e un pizzico di sale, sfarinando con le dita (oppure frullare in un frullatore) fino ad ottenere un impasto sabbioso. Disporre a vulcano su un piano di lavoro, aggiungere l'acqua gelata e lavorare velocemente con le mani fino a che non si otterrà una palla i impasto. Avvolgere l'impasto nella pellicola e conservarlo in frigo per almeno 40 minuti.

Stendere con un matterello una ruota di pasta su un foglio di carta forno e metterla in una teglia poco più stretta cosicché i bordi rimangano in alto. Bucherellare con una forchetta. In una terrina mescolare la ricotta, il primosale tagliato a dadini, la lonza, il pesto e una spolverata di pepe. Mettere il ripieno sulla pasta nella teglia e ripiegare un po' i bordi. Cuocere in forno per circa trenta minuti a 180°C.

3 commenti:

  1. Io l'ho assaggiata ed era veramente molto buona.

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  2. "quel che resta nel frigo" potrebbe essere un bel titolo per un libro di cucina.
    L'avanzo ha sempre dignità altissima quando reinterpretato. e le cose il giorno dopo sono sempre più buone...chissaà se la tua torta sarà arrivata a oggi? mi sa proprio di no!

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  3. Allora adesso, cara Livia, iniziamo a pensare ad un bel libro illustrato!
    Sono d'accordo con te sul fatto che le cose il giorno dopo sono più buone. A me piace anche mangiare alimenti confezionati scaduti (non da molto!)come ad esempio lo yogurt. Mi piace quel sottile piacere di ribellione che si prova a snobbare la scritta "consumarsi preferibilmente entro ecc ecc"!
    Ma può una che ha un blog di cucina dire queste cose??

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