giovedì 31 marzo 2011

Insalata di ceci, bietole, olive greche e semi di lino


Faccio miei tre versi di Patrizia Cavalli, dalla posizione a mezzo di una febbricola primaverile.
Solo questo per stasera e una ricetta super super super semplice; l'unica cosa che richiede è un po' di pazienza per aspettare che i ceci rinvengano. Poi certo ci sono le scatolette, ma un blog di cucina non ve le consiglierà mai! E fosse per Lea ci sarebbe addirittura la scomunica!
Questa insalata è ancora meglio con dello yogurt greco.

Sono malata, sono malnata
e poi tanto dico sempre
le stesse cose.

Patrizia Cavalli

domenica 27 marzo 2011

Crema di cavolo broccolo romanesco e carote con sesamo e pane carasau


Come ogni anno, al momento del cambio dell'ora io mi confondo: stavolta ho messo l'orologio indietro di un'ora invece che avanti e a mezzogiorno dormivo ancora il sonno dei giusti credendo fossero le dieci.

Oggi vi propongo una crema di verdure molto semplice, che io ho mangiato al tavolo del mio balconcino, scaldandomi al sole. Dopo il cavolfiore siciliano, eccoci a quello romanesco (prima che finiscano del tutto!), cioè quello verde con le cimette geometriche che si ripetono come frattali.
Una poesia di  Ivano Ferrari, un poeta che ha la grandezza per rimanere ai margini di un certo mondo letterario che è fatto solo di presenze e comparsate.

Sparo su di uno straccio usato
sull'esistenza scaltra dei rimorsi
sono come la luna condannato
a stare in alto per colpa dei poeti
piloti senza viaggio o latitanti.
Prendo in ostaggio i raggi
- di sole ora si parla-
reliquie di luce clandestina
da lì sparo sulle ombre meridiane
sui feudi di catrame delle favole
vado in verso e uccido io per voi.

Ivano Ferrari (da, La franca sostanza del degrado, Einaudi)

giovedì 24 marzo 2011

Crostata di arance e mandorle

Ormai la stagione delle arance è finita e questa è una torta veloce adatta per le ultime arance siciliane che mi sono rimaste in cantina. E' strano che proprio a inizio primavera mi sia venuta voglia di una ricetta con le arance siciliane, forse a ricordare l'inverno appena passato. A festeggiare l'arrivo della primavera presto nella sede di Hamelin , dove lavoro, ci sarà una mostra di due amiche illustratrici, Ana Ventura Camilla Engman che a distanza hanno pensato,disegnato, cucito, spedito, una bellissima mostra che inaugurerà mercoledì sera in via Zamboni 15.
Se siete a Bologna per la Fiera del Libro per ragazzi non dovete assolutamente mancare questo appuntamento.






Per ora solo un editore coraggioso e sempre alla ricerca di nuovi talenti come  Topipittori poteva pubblicare i libri di queste due grandissime illustratrici.
Ed ora veniamo alla ricetta: io in questa versione ho preparato una pasta brisée senza zucchero, perché volevo far venir fuori il dolce della marmellata e l'asprigno dell'arancia, potete però prepararla anche con una pasta frolla dolce o con una pasta brisée con un po' di zucchero.

lunedì 21 marzo 2011

Pasticcio di cavolfiore viola e stracchino


Il cavolfiore viola non si trova facilmente, ma talvolta si trova. Tipico siciliano, anzi catanese, io l'ho trovato proprio in un frutta e verdura a Bologna, di un signore che li porta direttamente dall'isola. Non mi spiego perché non si coltivi anche da queste parti. Spero che qualcuno inizi perché è buono davvero, più dolce di quello bianco, spugnoso e in più bellissimo, da sembrare dipinto.
Ci sono ricette della tradizione che si preparano con il cavolfiore viola, ma io in questo caso ve lo propongo in un semplice pasticcio con uova e stracchino.
Posto una poesia di Giorgio Manganelli e vi consiglio di leggere La penombra mentale, una raccolta di sue interviste in cui si trovano spunti e riflessioni davvero interessanti e intuitive su scrittura e letteratura in generale.

Si può trovare
una frammentaria divinità
anche in una scatola di sigarette,
in un giro di danza
in un denso bicchiere di malvasia;
e ci si può suicidare
nella gioia di vivere improvvisa
d'un lunapark
nei battiti dei fucilini
ed in ogni gesto del corpo
che muova solamente il corpo
senza moto dell'anima nel corpo -
trascurando con un sorriso imprevisto
il calcolo demente dei problemi
e con elusivo gesto della mano
allontanare la disperazione.
Non per questo si riposerà
la lunga solitudine,
né l'inganno della musica
ci porrà una mano su una spalla
contro l'uragano dell'assenza;
ma si tratta solo di ingannare
di mentire con placida umiltà
di gustare un corpo perituro
educare al nulla
una mano elegante,
abbandonarsi al dolce
amichevole vino -
gustare la joie de vivre,
dimenticare il corpo perituro
la solitudine essenziale,
- incenso di incenso devoto
offrire un fumo di sigarette
alla nostra distratta, frammentaria
divinità.

Giorgio Manganelli

sabato 19 marzo 2011

Muffin con semi di papavero e zenzero





Dopo lo sfrenato lavoro per organizzare BilBolbul festival internazionale di fumetto, un po' di meritato riposo. Se siete di Bologna vi consiglio di andare a vedere ancora qualche mostra ancora aperta inlcittà; se non siete di Bologna venite a farvi un giro che scoprirete molte cose interessanti. Oggi volevo consigliarvi un bel film ma la sfortuna vuole che non sia ancora riuscita a vedere un film davvero degno di nota, tolto un vecchissimo film di Bergman visto alla cineteca di Bologna : Monica e il desiderio.  Se riuscite a recuperarlo in dvd avrete il piacere di vedere un bellissimo film sulla insofferenza femminile alle regole precostituite: sposarsi, fare figli, trovare un lavoro ed essere quindi felici. Il film che volevo assolutamente vedere, "Un gelido inverno", è rimasto nelle sale solo una settimana, cosa che spesso capita  per i film interessanti e poco visti, e quindi sono andata a vederne uno sulla vita di Simone Weil, che sconsiglio a tutti perchè riesce a ridicolizzare una grande filosofa, una delle donne più importanti del pensiero del '900. Peccato perchè il racconto della vita  di questa grande dovrebbe essere d'esempio per tutti noi. A questo punto non mi resta che starmene  in casa a leggere le parole di Simone Weill e bermi una tazza di tè al gelsomino con questi piccoli muffin.


mercoledì 16 marzo 2011

Arista alle prugne


Piove da qualche giorno. I soliti scherzi di marzo.
Stavolta una ricetta di carne dal sapore deciso che mi ricorda una viaggio di una decina di anni fa nel sud della Francia, una gita di liceo di cui restano alcune foto in bianco e nero scattate a tarda sera su un balconcino di un albergo di Nizza, una fuga per le stradine di Arles insieme a due amici, per non aver resistito ad una bevuta di pastis nel pomeriggio assolato senza avere però i soldi per pagarlo, il mercato delle spezie di Nimes, il sole baluginante sulla camicia a grossi quadrati azzurri e i capelli ricci e biondi del mio amico Antonio.
Quell'anno lì, ad Avignone, mangiai uno spezzatino di carne con le prugne e, nonostante i miei 18 anni (lo sanno tutti che gli adolescenti non sanno mangiare), lo apprezzai eccome!
Questo, quindi, è un sapore che viene dalla mia memoria...

UNA MANO AL BICCHIERE, la posata nell'altra,
arcinoto il passato, e l'avvenire - fino
a quando, chi lo sa? Tace
il romanzo
delle nostre esistenze qui sedute.
Ci scambiamo opinioni,
ma a me di dir la mia non interessa,
sono come Chopin:
<< Le opinioni non erano il suo forte>>.
Se ciò che siamo lo sapessi suonare.

Anna Maria Carpi

lunedì 14 marzo 2011

Plumcake salato con salame e mandorle


Eccovi finalmente la ricetta del plumcake salato che mancava all'appello.
E' una ricetta semplice che potete cambiare a vostro piacere con gli ingredienti che più vi aggradano.

venerdì 11 marzo 2011

Triglie al cartoccio con semi di finocchietto


Aspettando che la nostra Lea si decida a caricare la ricetta del plum-cake salato della serata di Case per la poesia, io vi propongo una ricetta di pesce: triglie al finocchietto! Da gustare con un bicchiere di vino greco Retsina freddo. E' il vino che sa di resina, lo trovate nelle vinoteche anche in Italia.

Qualche verso dell'intramontabile The Waste Land di T.S. Eliot. Uno dei versi l'ho cucito a macchina sulla tovaglietta che vedete nella foto, appesa alla mia cucina per riuscire a fotografarla per intero.
Qualche ora di lavoro in uno di quei giorni in cui o si fa qualcosa di pratico o si diventa matti...



(...)Ma quando guardo innanzi a me lungo la strada bianca
C'è sempre un altro che ti cammina accanto
Che scivola ravvolto in un ammanto bruno, incappucciato
Io non so se sia un uomo o una donna
- Ma chi è che ti sta sull'altro fianco?

Cos'è quel suono alto nell'aria
Quel mormorio di lamento materno
Chi sono quelle orde incappucciate che sciamano
Su pianure infinite, inciampando nella terra screpolata
Accerchiata soltanto dal piatto orizzonte
Qual è quella città sulle montagne
Che si spacca e si riforma e scoppia nell'aria violetta
Torri che crollano
Gerusalemme Atene Alessandria
Vienna Londra
Irreali
(...)

T.S. Eliot

mercoledì 2 marzo 2011

Plum-cake al cioccolato, caffè e semi d'anice - Case per la poesia 3


Quello che vedete qui sopra è il plum-cake dolce che lo staff di Pampelmuse ha preparato per il terzo incontro di Case per la poesia, tenutosi domenica scorsa. Stavolta hanno letto le poetesse Francisca Paz Rojas e Dina Basso e qui di seguito trovate due delle loro poesie.
La ricetta dell'altro plum-cake della serata, quello salato, arriverà con il prossimo post!

Tu chiamavi pesce
quello che sulla riva
giungeva disteso e senza vita
ciò che si portava in un parto lento e cupo
dentro il letto del fiume.

Non volevi essere un pesce.

Tu chiamavi autunno
chiamavi luce
i lumini ficcati nelle ore
come le lunette bianche delle unghie.

Tu chiamavi
e un pennello punteggiava in aria
quello che dalla bocca non esce,
lettere nere
rimaste incastrate
fra le ciglia e il plesso.

Sei il pesce che sogno
sei il pesce e il fiume nero
e non puoi sedere accanto a noi.

Accanto a me passa un fiume,
cul-de-sac di una città
che vive in fretta di giorno
e guarda poco la notte.

Accanto scorrono persone
che non sono solo dei volti.
Mentre tu, che eri apparizione,
che eri una ferita in piedi,
non ti sei più rimarginato.

Sul bordo rimane la rete,
dentro niente perle,
ma corpi che si agitano
fra l'ultima terra e la sabbia.

Triste si sposta la razza,
arrivata dai mari lontani,
batte la testa contro la fanghiglia,
della sponda.

Francisca Paz Rojas

**
M'ansignarru a lavari i robbi,
a stirari cammisi,
a cusiri cuasetti,
e mi dissuru ca su cosi
ca servunu ppì tinirisi strittu 'n masculu.
Ma ppè masculi di ora
ppè robbi c'è a lavatrici,
i cammisi si mettunu macari senza stirati
e i cuasetti spurtusati
si ponu macari ittari.
Bella minchiata:
e iu, ora, cchì fazzu?


Mi hanno insegnato a lavare i vestiti, / a stirare camicie, / a cucire calzette, / e mi hanno detto che sono cose / che servono per tenersi stretto un maschio. // Ma per i maschi di adesso / per i vestiti c'è la lavatrice, / le camicie se le mettono pure senza stirate / e le calzette bucate / si possono bure buttare. // Bella minchiata: e io, ora, che faccio?

Dina Basso