mercoledì 28 aprile 2010

Paccheri con carciofi veneziani



Eccomi ritornata dopo una bellissima vacanza di tre giorni a Venezia.

Sono stati giorni meravigliosi di sole e di cicchetti in giro per la città. E, oltre all’ottimo pesce, mangiato crudo e in tutte le salse possibili (dalle sarde in saor, al baccalà mantecato, dagli scampetti crudi, agli scampi alla busara) ho scoperto una varietà assolutamente sconosciuta per me, e non credo solo per me, di carciofi. Si chiamano nel loro dialetto castrature, perché tagliati ancora molto piccoli e mangiati quando ancora sono asprigni e un po’ amari, in realtà si chiamano carciofi Violetto di San Erasmo vengono coltivati nelle isolette intorno a Venezia e siccome la produzione è molto scarsa si trovano solo qui. Non a tutti piacciono proprio per la loro particolarità di essere molto più amari dei carciofi normali. Io li ho trovati divini e ne ho portati a casa una cassa. Questa è la prima ricetta che ho provato a fare.


venerdì 23 aprile 2010

Insalata di valeriana e avocado


Sempre grattando sulle porte di questa Italietta, sbucciandoci le dita e rompendoci le unghie, oltre "il rumore delle macchine che tritano carta".
Mangiamoci su qualcosa di fresco almeno.

Scrivere un curriculum

A prescindere da quanto si è vissuto
è bene che il curriculum sia breve.
E' d'obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all'estero.
L'appartenenza a un che, ma senza perchè.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l'orecchio in vista.
E' la sua forma che conta, non ciò che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.

Wislawa Szimborska


martedì 20 aprile 2010

Pan brioche






In Ticino nei forni si possono comprare delle trecce di pan brioche perfette per la colazione. Io le adoro, sono buonissime spalmate di marmellata a colazione. Tutte le volte che vado a trovare i miei amici di Bellinzona ne acquisto una da portarmi a casa e mangiarmela mattina dopo mattina, fetta dopo fetta.


Era da un po’ che volevo provare a farne una in casa, ma mi mancava sempre il coraggio e il tempo, poi in uno dei libri delle mie maestre della panificazione, le Sorelle Simili, ho trovato una ricetta che un po’ modificata è perfetta per fare un fragrante e soffice pan brioche. Delle Sorelle Simili, prima o poi dovrò parlarvi lungamente, perché sono a Bologna, e non solo, una vera istituzione per tutto quello che riguarda la cucina bolognese e la panificazione, i loro Parmigianini sono ciò che di più buono si può fare con il pane. Ogni loro ricetta è assolutamente perfetta e i loro corsi di cucina, che hanno fatto in giro per il mondo, sono imperdibili per chi vuole cimentarsi sia nella cucina bolognese che nella panificazione.

Ho preparato questo meraviglioso pan brioche in una domenica di pioggia e si è mantenuto morbido e profumato per quasi una settimana. Tutte le mattine me ne preparavo alcune fette spalmate di buona marmellata: devo dire che la mia ultima fetta è stata una vera tristezza.

domenica 18 aprile 2010

Frittata di asparagi e semi di papavero


Raccogliere asparagi selvatici è un'attività di questo periodo. E' divertente cercarli, scoprire le mamme (le piante un po' spinosette) e poi vederli sbucare lì intorno se non è già passato qualcuno. Per trovarli solitamente ci si deve infilare tra i rovi e pungersi. Ho uno zio che va a cercarli per espiazione. Si punge tanto, ne trova tanti ed evidentemente ha tanto da espiare. Questi sono i suoi.
E una poetessa indiana di lingua inglese, ripescata nella memoria dei miei studi universitari.

Asparago bianco

È giovane, è la sua prima volta
è snella e la nausea è passata.
La pancia comincia a farsi tonda
i seni prudono tutto il giorno,

ed è sorpresa che quello che vuole
è lui
      di nuovo dentro di lei.
Oh vieni come un cavallo, vorrebbe dire,
muoviti come un cane, un lupo,
                   diventa un poppante cucciolo di leone.

Vieni qui, e qui, e qui,
ma nuota veloce e non ti fermare.

Chi parla mai del verde utero noce di cocco
i muscoli scoscesi, una profonda risacca
e il verde latte di cocco che sigilla
il suo pozzo, però scorre e la bagna
al suo tocco più lieve?

Chi capisce la logica
dietro questo desiderio?
Chi parla della montante marea
                    che risveglia
il suo sangue che lentamente ingrossa?
E la fame
           cruda ossessione che nasce
dalla forma dell’asparago:
bianco per mancanza di sole e venato di ombre porporine,
ne compra tre chili
di quelli grossi, più spessi di qualunque dito,
ne accarezza le teste seriche
alcune allegramente incappucciate...
          perfino l’odore la fa eccitare.

Sujata Bhatt


venerdì 16 aprile 2010

Crema di carote e topinambour con lemon grass


Qui a Bologna la primavera si fa desiderare e il freddo non sembra volersene andare.
Tornata a casa in bici dopo una giornata di lavoro avevo voglia di qualcosa di caldo che mi riscaldasse tutta e così ho pensato a una bella crema di carote, ricche di carotene necessario per preparare la pelle al futuro sole estivo. Alle carote ho aggiunto questi meravigliosi tuberi che danno un pò di tono alla crema senza coprire il dolce delle carote. Infine un' erba, il lemon grass, fresca e un pò limonosa che ha dato un tocco asprigno e perfetto alla crema.

martedì 13 aprile 2010

Crema di mortadella


Pane fresco del centro-sud (aquilano, teramano, pugliese), questa crema saporita e succo di mela con acqua frizzante. Portatevi il fagotto in Piazza dell'Unità a Bologna e fate merenda guardando orde multietniche di ragazzini che giocano a pallacanestro. In altre piazze, di altri posti d'Italia e del mondo, il fagotto sarà lo stesso e chissà cosa guarderete.

In un momento

In un momento
Sono sfiorite le rose
I petali caduti
Perché io non potevo dimenticare le rose
Le cercavamo insieme
Abbiamo trovato delle rose
Erano le sue rose erano le mie rose
Questo viaggio chiamavamo amore
Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose
Che brillavano un momento al sole del mattino
Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi
Le rose che non erano le nostre rose
Le mie rose le sue rose

Dino Campana

lunedì 12 aprile 2010

Biscotti alle mandorle e nocciole


Oggi avevo proprio voglia di leggere e di sfornare caldi biscotti profumati adatti per il tè del pomeriggio. Il libro che ho letto con intenso piacere e che vi cosiglio è In viaggio di Patrizia Ramondino. E’ il libro giusto da leggere prima di partire per qualsiasi viaggio. E questi biscotti sono perfetti sia per un tè in casa sia come merenda per un lungo viaggio.

sabato 10 aprile 2010

Bocciuoli di borragine sott'olio


Aprile è il più crudele dei mesi, genera
Lillà da terra morta, confondendo
Memoria e desiderio, risvegliando
Le radici sopite con la pioggia della primavera.
L'inverno ci mantenne al caldo, ottuse
Con immemore neve la terra, nutrì
Con secchi tuberi una vita misera.
L'estate ci sorprese, giungendo sullo Starnbergersee
Con uno scroscio di pioggia: noi ci fermammo sotto il colonnato,
E proseguimmo alla luce del sole, nel Hofgarten,
E bevemmo caffè, e parlammo un'ora intera.
(...) 

Mi chiamarono la ragazza dei giacinti.
- Eppure quando tornammo, a ora tarda, dal giardino dei giacinti,
Tu con le braccia cariche, con i capelli madidi, io non potevo
Parlare, mi si annebbiavano gli occhi, non ero
Né vivo né morto, e non sapevo nulla, mentre guardavo il silenzio,
Il cuore della luce.
(...)

T.S.Eliot (La terra desolata)


Si va nei campi col coltellino Opinel in tasca e si trovano le malerbe. La borragine è una di queste: spinosa, con seducenti fiorellini blu e le foglie verde-grigio.
Io l'ho raccolta e ho messo sott'olio i bocciuoli, qualche fogliolina e qualche fiore. Sono adatti per gli antipasti, per insaporire le insalate, per fare panini o da mangiare sui crostini.

giovedì 8 aprile 2010

Insalata di baccalà


Continuiamo con il pesce. Il baccalà, pesce di vizio e di poveri, pesce di popolo, pesce di Roma, pesce delle osterie di provincia, pesce del Nord, pesce, sale, aceto a spazzar via ogni male.


Così ogni volta
racconti una

storia ai tuoi
fornelli, perché

risparmino te –
Sherazade,

di notti fotocopie,
osteoporosi,

di costole incrinate
come piatti,

di continuo
inciampare.


Elisa Biagini

mercoledì 7 aprile 2010

Pescetti d'aprile



Aprile dolce dormire. Aprile è il mese dei pesci, il primo di aprile sono andata in giro con un pesce disegnato attaccato alla schiena e non ho mai scoperto chi me lo aveva messo. Pesci finti disegnati, pesci di cioccolata e infine anche pescetti veri, appena pescati. Questi meravigliosi pescetti me li ha regalati la mia vicina di casa, di Pinarella, noto paesino balneare della Romagna, e li aveva pescati nella notte suo marito. Mai mangiato pesce più fresco. Erano così belli e invitanti che li ho preparati in due modi diversi: fritti e all'aceto. Alcuni li ho mangiati anche crudi tanto erano freschi e buoni.

domenica 4 aprile 2010

Tralcio d'Abruzzo a colombina


Giorno verde-grigio ai piedi del Gran Sasso, temperatura bassa e neve che cade in quota. Aprile è arrivato, ma ancora freddo. Per voi un dolce tipico di queste parti, ruvido come le rocce. Ho dato una forma di colomba, pensando ai simboli, pensando ai disegni di Picasso, ma questo dolce è buono in qualsiasi altra forma!

Ora è un tempo che non mi basta.
La tua fronte non è più cielo,
da quel mio cielo sole non cade,
da quel sole luce non prende
e colore il mio giorno.
A queste mani non sono più erba
i tuoi freschi capelli nella siepe
ove si andava per tenere strade
in fondo al bosco degli occhi.
Ora è un tempo che non dà pace.

Libero De Libero

















sabato 3 aprile 2010

Uova colorate


Finalmente è Pasqua e la mia orchidea (che ha già ben tre anni) è sbocciata ed è nel suo massimo rigoglio. Regalarvi un fiore mi sembrava il modo migliore per augurarvi una felice Pasqua.
Pasqua per me, che vengo dalle colline reggiane, era colorare decine e decine di uova di rosso acceso e portarle davanti alla chiesa per il gioco che tutte le domeniche di Pasqua si faceva. Ci si metteva tutti in cerchio intorno a questa cesta enorme di uova rosse, se ne prendevano cinque a testa e poi si iniziava il giro. Il primo che partiva doveva battere sull'uovo del suo vicino e se lo rompeva, si prendeva l'uovo, e continuava il giro, se rompeva il suo, cedeva l'uovo sfortunato, e doveva cedere il giro. Si giocava tutti insieme, uomini, donne, bambini, vecchi, era un gioco per tutti. Poi a pranzo si mangiavano tutte queste belle uova rosse e si teneva il vincitore in bella mostra, era l'orgoglio di noi bambini.
Così ho pensato di farmi un uovo colorato per colazione, ma devo dire che i colori di una volta non ci sono più, un pò come le stagioni.


Ho provato con una bustina di colorante blu, ma l'effetto non è stato quello che desideravo. L'uovo comunque era molto buono.

venerdì 2 aprile 2010

Torta salata agli spinaci, feta e prosciutto


Fantasia per un inizio di primavera



I tuoi occhi infernali

non mi guardano più.

Sento nascere ali

in me. Già guardo in su.



Solcano verdi prati

leggeri treni neri

e scordano, beati,

le stazioni di ieri.

Ove - ferme le ore

su attoniti quadranti -

ritorna un vago amore

alle cose vaganti.



Partire è ancora lieve

se ti lasci alle spalle

- dimentico - la neve

che scende al fondo valle.


Sandro Penna


giovedì 1 aprile 2010

Muffin con amaretti e cioccolata



Questa ricetta mi è stata gentilmente regalata dalla mia amica Rita che è una esperta di muffin. I pirottini tutti colorati me li hanno portati due mie amiche da Colonia. Così ho messo insieme tre amiche, lontane di età ma molto vicine nelle loro passioni. Questi sono perfetti per una bella colazione sul balcone o per una bella merenda, pomeridiana, in un giardino.